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Sanzionare ‘l’apologia della violenza’ e punire col carcere ‘coloro che cantino, diffondano, compongano o promuovano’ i ‘narcocorridos’, un genere musicale nato in Messico anni fa che narra le gesta dei narcotrafficanti locali: e’ quanto ha proposto il Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri), che e’ stato al potere tra il 1929 e il 2000. I senatori del Pri chiederanno di riformare la legge federale contro il crimine organizzato per sanzionare ‘chiunque favorisca, produca o distribuisca materiale allusivo come il narcocorrido e simili’. I parlamentari hanno presentato la propria proposta in un documento che chiede fino a dieci anni di prigione per i responsabili di quella che ritengono una ‘pubblicita’ al crimine’. Il controverso ‘narcocorrido’ e’ una versione moderna del tradizionale ‘corrido’ messicano, che secondo alcuni esperti ‘non cerca un discorso etico sul tema del narcotraffico, ma descrive gli stili di vita di coloro che vivono in questo ambiente’. Il genere si e’ esteso dal nord del Messico agli Stati Uniti, arrivando d’altra parte fino alla Colombia dove viene chiamato ‘corrido prohibido’. In Messico, i detrattori del genere assicurano che la sua diffusione influisce negativamente sulla popolazione, innalzando il tasso di criminalita’. Tant’e’ che le autorita’ di alcune regioni del nord del paese ne hanno gia’ proibito la diffusione radiofonica. Il ‘corrido’ raggiunse la sua massima espressione durante la rivoluzione messicana del 1910, della quale narrava tanto fatti di sangue quanto vicende passionali, che avevano come protagonisti i capi rivoluzionari comandati da Villa e Zapata. Ad un secolo di distanza queste canzoni riscuotono un grande successo di pubblico, ma, sostiene uno studio sociologico presentato di recente dal poeta Avelino Gomez, il genere musicale ha sostituito gli idoli del passato con la nuova realta’ di narcotrafficanti ed azioni criminali.