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Il Messico fa un altro passo verso la regolamentazione legale della cannabis. Mercoledì sera la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge per porre fine alla proibizione della marijuana con un netto risultato: 316 favorevoli e 129 contrari. Ora il provvedimento torna al Senato, che lo aveva approvato a fine 2020, in quanto è stato modificato da una serie di emendamenti. Il presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha già annunciato che firmerà la legge una volta approvata definitivamente dal Parlamento messicano.

Il Messico è uno dei maggiori produttori di cannabis illegale al mondo, ed ora sta per diventare il più grande mercato legale del pianeta con oltre 126 milioni di abitanti.

Secondo il disegno di legge, le persone dai 18 anni in su potranno possedere fino a un’oncia (28 grammi) di marijuana e coltivare fino a sei piante (anche se un controverso emendamento introdotto alla Camera dei deputati richiederebbe ai coltivatori casalinghi di iscriversi ad un registro statale). Il disegno di legge implementa anche un sistema di commercio legale della cannabis tassato e regolamentato. Con un’altra modifica rispetto al disegno di legge licenziato dal Senato, il testo approvato darebbe il controllo normativo sulla nuova industria legale alla Commissione Nazionale contro le dipendenze invece che ad un nuovo organismo di regolamentazione indipendente previsto dalla Camera alta.

Gli attivisti hanno criticato vari aspetti del disegno di legge. Per Mexico Unido Contra la Delinquencia (MUCD) la legge rappresenta una “opportunità persa per porre fine alla criminalizzazione delle persone che usano cannabis” perché mantiene sanzioni per il possesso di quantità maggiori l’oncia e perchè “non ha eliminato il crimine di coltivazione per quelle persone di scarse risorse ed estreme necessità economiche che si sono dedicate a questa come attività primordiale“. Ciò “perpetuerebbe l’emarginazione e la punizione penale dei nostri contadini, le persone più colpite dal divieto, che vogliamo integrare nel mercato, non mantenere nell’illegalità“. L’ONG chiede al Senato di rettificare il disegno di legge per affrontare tali questioni. “Soprattutto, non dobbiamo creare un mercato legale che dia la priorità solo al vantaggio economico di coloro che partecipano alle vendite, mentre escludiamo altri attori meno avvantaggiati“, ha affermato MUCD. “Per questo, chiediamo al Senato della Repubblica di correggere il disegno di legge per ottemperare al mandato della Corte Suprema di eliminare il divieto assoluto di consumo di cannabis“.

I danni causati dal divieto e dalla guerra alla droga in Messico hanno causato più vittime delle conseguenze sulla salute attribuite al consumo di droga“, ha dichiarato a Marijuana Moment il Dep. Rubén Cayetano García. “La cannabis non è considerata uno dei gravi problemi di salute pubblica in Messico“.

Per il Messico, date le sue dimensioni e l’essere stato uno dei paesi più danneggiati dalla guerra alla droga, fare questo passo è enormemente significativo“, ha detto al New York Times John Walsh, direttore della politica sulle droghe per l’Ufficio di Washington per l’America Latina. “Il Nord America si sta dirigendo verso la legalizzazione” vista la regolamentazione in Canada e i 15 stati USA che hanno già approvato mercati legali della cannabis, mentre New York, Virginia, New Mexico e Hawaii sono in procinto di farlo.

L’intervento legislativo per legalizzare la marijuana è la conseguenza di una decisione della Corte Suprema messicana che a seguito di un contenzioso strategico promosso proprio da Mexico Unido Contra la Delinquencia. Nel 2013 i membri di MUCD crearono la Società Messicana per l’Autoconsumo Responsabile e Tollerante (SMART) un’associazione costituita con l’unico obiettivo di richiedere l’autorizzazione sanitaria alle autorità affinché i suoi membri (adulti in pieno uso delle loro facoltà mentali) potessero produrre e consumare cannabis in modo ricreativo e senza scopo di lucro. Al diniego delle autorità i membri di SMART ricorsero in Tribunale sostenendo che “i loro diritti al libero sviluppo della personalità e alle decisioni rispetto alla propria salute fossero violati, in virtù del divieto che ancora oggi grava sulla cannabis“.

Tre anni fa la Corte Suprema si è espressa positivamente sugli ultimi due ricorsi, raggiundo il fatidico numero di 5 sentenze univoche necessarie per far sì di vincolare, secondo la legge messicana, qualsiasi altro tribunale del paese a decidere allo stesso modo in qualsiasi caso simile che rientri nell’ambito della sua giurisdizione. La Corte Suprema nel ritenere incostituzionale il divieto della cannabis, ha concesso al congresso un periodo di tempo limitato per conformare la legge alla costituzione. Nonostante l’iniziativa della nuova maggioranza eletta nel 2018, le scadenze sono state ripetutamente rimandate, soprattutto quando il coronavirus ha preso piede. La prossima è fissata al 30 aprile, ma sembra essere l’ultima.

[Fonte Stopthewarondrugs]