Il 1° aprile gli 80 milioni di cittadini tedeschi potranno piantare tre semi di cannabis. Il Bundesrat, la camera alta dove sono rappresentati i 16 Lander che compongono la Germania, ha infatti approvato ieri, con un voto a larga maggioranza (50 a 16), la legge promossa dal Ministro della Salute Karl Lauterbach (SPD). Si tratta del primo pilastro di un progetto di riforma complessiva del regime legale della cannabis: in questa prima fase sarà depenalizzato il possesso di un massimo di 25 g di cannabis (50 g a casa), consentita la coltivazione privata di un massimo di tre piante di cannabis per uso personale e stabilito un quadro di riferimento per i Cannabis Social Club, le associazioni no-profit che previa autorizzazione potranno coltivare e fornire cannabis ai propri membri (massimo 500).
Sono state quindi superate le obiezioni di alcuni governi regionali più conservatori, come la Baviera, che avevano tentato di bloccare il processo (vedi quanto scritto su queste pagine il 2 marzo scorso). Evitato il “comitato di mediazione” tra le due camere, ma soprattutto un allungamento dei tempi a ridosso della fine legislatura. Il tritacarne elettorale avrebbe messo a rischio la legge, anche perchè la coalizione del semaforo pare in difficoltà nei sondaggi. Confermata invece la cancellazione dei precedenti penali legati alle condotte ora legali, con buona pace dei rappresentanti dei sistemi giudiziari locali, che anche nel dibattito parlamentare di ieri hanno sollevato il problema del carico di lavoro. Dovranno spostare risorse, dai processi per cannabis alla ripulitura automatica delle fedine penali.
Lauterbach ha cantato vittoria, annunciando che “la legalizzazione della cannabis è in arrivo il lunedì di Pasqua” e affidandosi al buon senso dei consumatori. “Per favore, usate questa nuova opportunità in modo responsabile e aiutate a proteggere i bambini e i giovani” ha scritto su X. In poche parole ha reso evidente il cambio di paradigma, che inizia con il riconoscere alle persone che usano sostanze – nel rispetto delle evidenze – la capacità di autoregolare il proprio uso e non essere destinati ad un inevitabile ed inarrestabile “tunnel della droga”.
Nonostante il secondo pilastro, quello della sperimentazione di mercato regolato, sembri ancora lontano dall’essere incardinato, si tratta di una pietra miliare del processo di riforma delle politiche sulle droghe nel mondo. Sia per il numero di cittadini coinvolti (il doppio del Canada) ma anche per il ruolo politico ed economico della Germania nel vecchio continente. Dopo Lussemburgo e Malta, che hanno già introdotto norme simili, l’Europa non sembra fermarsi: sarà presto il turno della Repubblica Ceca, mentre l’Olanda ha recentemente confermato il proprio esperimento di fornitura legale della cannabis ai coffeshop di 10 città. In Italia la speranza arriva dal basso, con la raccolta firme per la proposta di legge popolare di Io coltivo, che riprende la normativa tedesca, che si avvia verso il traguardo delle 50.000 firme.