Moltissime sostanze a struttura amfetaminica sono dotate contemporaneamente di proprietà stimolanti e lievemente allucinogene, o meglio "empatogene". Le infinite varianti di queste molecole e i loro effetti sono descritti in modo affascinante da Alexander e Ann Shulgin nel loro libro Pihkal (1991). Alcune di esse sono state usate in passato per facilitare il colloquio psichiatrico, ma attualmente sono ovunque illegali. Oggi l’unica ad avere larga diffusione sul mercato illegale è l’MDMA o ecstasy (3,4-metilenediossi-N-metilamfetamina) e parleremo quindi principalmente di questa.

Purtroppo, come accade con tutte le sostanze di sintesi, l'MDMA in circolazione sul mercato nero è spesso chimicamente molto impura, e inoltre sono state commercializzate con il nome di “ecstasy” anche diverse altre sostanze nettamente più tossiche, che hanno provocato anche diversi morti. Per questo, in alcuni paesi è incoraggiato o tollerato il cosiddetto "pill testing", il servizio di rapida analisi qualitativa delle sostanze contenute nelle pillole spacciate come ecstasy nelle discoteche o nei rave parties.

Gli effetti

Una dose normale di MDMA (80-150 mg) ha moderati effetti stimolanti accompagnati da un’euforia più dolce di quella delle amfetamine classiche: uno stato d’animo rilassato e positivo in cui sono facilitati i rapporti interpersonali, si allentano le inibizioni (ma non in modo disordinato e incontrollato come con l’alcool), e si accentuano il piacere dei contatti fisici, l’affettuosità e il desiderio di relazioni intime (anche, ma non necessariamente, sessuali). A dosi più elevate, oltre a più marcati effetti stimolanti, compaiono effetti in parte simili a quelli degli allucinogeni puri come l’LSD.

I problemi

Dosi moderate e assunte saltuariamente non creano in genere problemi, anche se è aperta la questione della neurotossicità dell'ecstasy (vedi sotto). Dosi elevate e ripetute possono creare problemi simili a quelli già visti per la cocaina e le amfetamine: sul piano psichico ansia, irritabilità, insonnia, paranoia, crisi psicotiche, e sul piano fisico ipertensione e disturbi cardiocircolatori.

La tossicità

La tossicità acuta dipende sia dalla dose, sia dalle circostanze. Una delle possibili manifestazioni tossiche di tutti i derivati amfetaminici è il cosiddetto “colpo di calore”. A causa dell’effetto stimolante della sostanza, ci si può lanciare in un eccesso di esercizio fisico, fino a che il calore prodotto dai muscoli non riesce ad essere smaltito e si traduce in un forte aumento della temperatura corporea, che può diventare mortale. Ciò è successo in diversi casi in discoteca o nei rave parties, specie se l’ambiente è chiuso, affollato e caldo. Il colpo di calore si può evitare limitando l’attività fisica, intervallandola con adeguati periodi di riposo in un locale fresco, e bevendo la giusta quantità d’acqua. La tossicità dell’ecstasy è oggetto di vivaci discussioni, e la recente ritrattazione - a seguito di un grave errore di scambio di sostanze - di un articolo particolarmente allarmistico (Ricaurte et al., in Science 297:2260-3, 2002 e 301:1479, 2003) ha riaperto le polemiche. La conclusione drammatica di Ricaurte, che l’ecstasy già a dosi “normali” può essere una sostanza letale, è da considerarsi infondata. Ma nell’attesa di dati più attendibili, la prudenza è d’obbligo; la neurotossicità della metamfetamina (vedi sopra) è nota, ed è probabilmente legata alle dosi assunte e alla frequenza e numero di assunzioni. È possibile che anche un derivato come l’ecstasy abbia un certo grado di tossicità per i neuroni serotoninergici.

Per saperne di più:

Sanders N. - E come Ecstasy - Milano: Feltrinelli 1997 Bagozzi F. - Generazione in ecstasy - Torino: Ed. Gruppo Abele 1996

Scheda a cura di Claudio Cappuccino, pubblicata in Welfare in catene, la svolta repressiva sulle droghe (2005), in collaborazione la Cgil Dipartimento Welfare, (a cura di Cecilia D’Elia), Roma