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Con un voto di 21 favorevoli e 16 contrari, il Senato californiano ha appena approvato una proposta di legge che depenalizza uso, possesso e condivisione personali di svariate sostanze psicoattive, incluse nella lucchettata Tabella I del Controlled Substances Act voluto da Richard Nixon nel 1971.

La norma, nota con la sigla SB 519 e introdotta mesi addietro dal senatore democratico di San Francisco Scott Weiner, prevede in pratica di legalizzare l’uso, il possesso e lo scambio a scopo personale di  psilocibina, psilocina, dimethyltryptamine (DMT), ibogaina, mescalina, dietilammide dell’acido lisergico (LSD), ketamina, 3,4-metilenediossimetanfetamina (MDMA).

Si tratta indubbiamente di un passo storico: la norma (se poi verrà approvata anche alla Camera) copre l’intero Stato e non solo l’ambito cittadino come per analoghe misure passate recentemente; e parliamo di uno Stato trainante per l’economia, la politica e la cultura nazionale (e oltre) come la California.

Pur se è stata eliminata dal testo finale la clausola che prevedeva la cancellazione delle sentenze passate in giudicato per uso o traffico di psichedelici, si conferma la rimozione degli attuali divieti relativi a “coltivazione, scambio o trasporto di spore o micelio capace di produrre funghi o altro materiale contenente psilocibina o psilocina”. Si tratta cioè di legalizzare un fenomeno, da tempo diffuso a livello underground, come quello della coltivazione casalinga di funghetti psicoattivi, “reato” che a tutt’oggi in California prevede fino a 3 anni di galera. Oltre che consentire ai vari negozi online che vendono legalmente spore di Psilocybe cubensis a scopo di studio e amatoriale, di spedire anche a indirizzi californiani (come pure in Georgia e Idaho, mentre nel resto degli Usa acquisto e spedizione sono legali).

Si consente inoltre agli operatori sanitari statali di poter prescrivere queste nuove medicine e si prevede di avviare un gruppo di lavoro per stilare raccomandazioni atte a consentire la con ricerca scientifica ad hoc. Ambiti questi in primo piano per fronteggiare adeguatamente crescenti problemi mentali quali depressione e DPTS (disturbo post traumatico da stress). Lo confermano recenti indagini sugli effetti positivi della psicoterapia coadiuvata dall’MDMA, pubblicati su Nature Medicine e rilanciati da varie fonti.

Nell’intervento prima del voto in aula, lo stesso Weiner ha dichiarato fra l’altro: «Gli psichedelici sono assai promettenti nel trattamento di traumi complessi, depressione, ansia e dipendenze». Insistendo poi sulla necessità di un approccio scientifico all’intera questione, sintetizzato in un video via Twitter, dove non sono mancate alcune critiche al progetto legislativo, pur nell’ampiezza di sostegni e congratulazioni esternate da molti utenti e organizzazioni.

Da notare infine che questo è solo uno dei passi della riforma sulle droghe sostenuta dai progressisti locali, e dal giovane senatore Wiener in particolare, per porre fine alla disastrosa war on drugs. Previsto infatti l’avvio di “narco-sale” (luoghi in cui i tossicodipendenti possono iniettarsi stupefacenti sotto sorveglianza medica) e il blocco delle draconiane sentenze obbligatorie (mandatory minimum sentences) per reati connessi solo alle sostanze illegali.

A breve la proposta passerà alla Camera californiana, seguendo il tipico iter della varie commissioni prima di arrivare in aula. Dove la discussione si preannuncia ovviamente bollente, sia per la posizione prudente di certi deputati democratici sia per la scontata opposizione dei repubblicani.

In ogni caso il movimento per la regolamentazione degli psichedelici non si ferma, dopo analoghe approvazioni in varie città (Denver, Ann Arbor, Oakland, Santa Cruz, Somerville) e ampliando i successi legislativi pro-cannabis, dove la California ha fatto già da apripista con l’ok a quella terapeutica nel lontano 1996. Tappe cruciali per una riforma antiproibizionista a tutto campo e a livello federale che appare ormai imprescindibile.