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Al fine di sconfiggere il narcotraffico, che giudica un vero flagello per la societa’, il rappresentante del Partido Socialdemocrata (PSD) Jorge Velasco Rocha, ha annunciato che prossimamente saranno presentate delle proposte di legge per depenalizzare marjiuana e aborto nello Stato di Colima.
Entrando nella sede del Congreso del Estado, Velasco Rocha ha spiegato di voler consegnare personalmente il documento al deputato Adolfo Nunez Gonzales affinche’, tramite il PRD, lo trasmetta all’aula, visto che il suo partito (PSD) non ha la rappresentanza popolare per poterlo fare. In merito alla proposta del partito di legalizzare la marijuana, ha detto che la presenteranno a breve: e’ giudicata una misura necessaria, soprattutto per l’immagine del Paese, dove il narcotraffico ha assunto il ruolo principale nello scenario di degrado politico e corruzione. “Noi crediamo che sia necessario che questi temi entrino a far parte della risposta, poiche’ la risposta dell’esercito non serve a estirpare un cancro come quello del consumo di droga”. E’ convinto che sia molto meglio se e’ lo Stato a intervenire direttamente sulle droghe per controllarle. Bisogna che la droga non sia piu’ un problema di ordine pubblico, ma si trasformi in un tema sanitario. Finora non si e’ ottenuto niente di meglio che ingolfare le carceri, creare scuole di delinquenza, trascurare i meccanismi sanitari che sarebbero necessari.
Insieme alla legge sulla marijuana, Velasco Rocha ha consegnato al deputato Nunez Gonzales del PRD anche un’iniziativa di depenalizzazione dell’aborto, da discutere con la Ley de Sociedades en Convivencia. Considera importante lavorare per legalizzare l’aborto, tanto piu’ alla luce delle statistiche di Citta’ del Messico dove, da quando e’ stata promulgata la legge, in un anno vi hanno fatto ricorso 12 mila donne, 8 mila delle quali hanno praticato l’aborto dopo aver fruito di consulenza psicologica e assistenza medica, e 4 mila non lo hanno fatto. “Ma il risultato e’ che di queste 12 mila nessuna e’ morta”. La differenza e’, secondo lui, che su 12 mila donne che praticano l’aborto clandestino il 12% muore, ossia sarebbero 2 mila. Se si tiene conto di queste cifre, si capisce come l’aborto faccia parte di una politica moderna, valida per tutta la popolazione. Non e’ possibile continuare a ignorare questi dati e la pratica dell’aborto per seguire la Chiesa, la quale ha gia’ perso l’opportunita’ di dimostrare la sua capacita’ di guida politica e d’organizzazione sociale. Alla Chiesa competono le questioni di fede, non di amministrazione politica e di sanita’ pubblica. Se poi si mettono in dubbio le cifre su aborto e morti conseguenti, lo si faccia pure, ma e’ chiaro che ogni volta che “le cause sono occultate dalle autorita’ e dai media, c’e’ un territorio oscuro nell’informazione in stati come il nostro”. Aprire la tematica della legalizzazione dell’aborto entro le 12 settimane di gestazione consentira’ di conoscere le cifre reali.