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Diciassette persone assassinate e cento poliziotti arrestati sono gli ultimi episodi di un’ondata di violenza legata all’attività delle bande di narcotrafficanti in tutto il Messico.

Nella città turistica di Cancun i corpi di tre uomini e tre donne sono stati trovati in un Suv. Le teste delle vittime erano coperte con nastro adesivo, le mani erano legate dietro la schiena. Uno degli uomini indossava abiti femminili.

A Città del Messico, la polizia ha trovato altri tre cadaveri in un Suv parcheggiato in un quartiere abitato dalla classe media.
Altri due cadaveri sono stati trovati in un’automobile nella città di Iguala. Un biglietto trovato vicino ai corpi contiene minacce a Joaquin “El Chapo” Guzman, presunto capo del cartello di Sinaloa, evaso da un carcere federale nel 2001.

Altri tre cadaveri carbonizzati sono stati trovati in due automobili nella città di Culiacan (Sinaloa), e altri quattro corpi in sacchi dell’immondizia nella città di Taxco e nella città portuale di Veracruz.

Investigatori federali hanno detto che il cartello di Sinaloa sta combattendo una sanguinosa guerra per il controllo territoriale con il cartello del Golfo.

Sempre ieri, agenti federali hanno arrestato più di cento poliziotti municipali e statali nella città di Monterrey, nel Messico settentrionale, sospettati di essere legati ai narcotrafficanti. Il governo federale da tempo accusa poliziotti locali di essere sul libro paga dei cartelli della droga.