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Un gruppo di uomini armati e incappucciati ha sparato raffiche di mitra e lanciato un ordigno esplosivo contro gli uffici della rete messicana Televisa nella citta’ di Monterrey: lo hanno reso noto le forze della sicurezza locale, che hanno attribuito l’azione al narcotraffico.
Nell’attacco non ci sono stati morti e feriti, ma solo danni materiali nell’ingresso dello stabile e a sei auto che si trovavano parcheggiate nell’area.
I responsabili dell’aggressione sono riusciti a fuggire, dopo aver lasciato un messaggio di minaccia contro i giornalisti della rete tv messicana: ‘smettetela di parlare soltanto di noi, parlate pure dei narco-governanti. Questo e’ un avvertimento’.
Fonti locali hanno interpretato il testo con il fatto che Televisa ha omesso nei suoi notiziari i cartelli apparsi nei giorni scorsi a Monterrey con critiche rivolte contro il governatore dello Stato di Nuevo leon, Natividad Gonzalez.
Secondo le ong locali, il Messico e’ diventato uno dei paesi piu’ pericolosi al mondo per i giornalisti, visto per esempio che negli ultimi due anni sono stati uccisi almeno 25 cronisti.
La guerra senza esclusione di colpi tra bande di narcotrafficanti nell’anno appena trascorso ha d’altra parte fatto un totale di 5.376 vittime.

Sette persone sono morte nelle violenze che hanno funestato nella notte Tijuana, città messicana al confine. Quattro delle vittime sono state decapitate.
La polizia cittadina ha riferito che uomini armati hanno aperto il fuoco e hanno ucciso un 22enne che si trovava con i parenti all’esterno della sua abitazione.
Due cadaveri sono stati trovati avvolti nelle coperte e gettati in strada, vicino a un cimitero. Quattro corpi decapitati sono stati infine rinvenuti nel quartiere di Otay Mesa: le teste delle vittime erano all’interno di una borsa nera abbandonata sul posto.
Si tratta delle ultime vittime in ordine cronologico della faida legate al traffico di stupefacenti nella città dalla parte opposta di San Diego. Gli omicidi brutali dei cartelli della droga sono in aumento in Messico e le autorità stimano che quest’anno oltre 5.300 persone siano morte in azioni legate al crimine organizzato.