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Un commando armato ha rapito la notte scorsa a Torreon, nello stato messicano di Coahuila, il direttore regionale antisequestri Gerardo Valdes Segura, mentre ieri a Culiacan, nello stato di Sinaloa, e’ stato ucciso un ufficiale di polizia, Salomon Diaz. I due episodi si inseriscono in una ondata di violenza senza precedenti che ha colpito ormai da mesi il Messico e soprattutto gli Stati settentrionali, alla frontiera con gli Stati Uniti. La procura di Torreon ha riferito che Valdes Segura e’ stato sequestrato da otto uomini armati mentre si trovava in casa con la sua famiglia. Appena tre mesi fa era stato rapito il precedente direttore antisequestri, Enrique Ruiz Arevalo, di cui ancora non si sa nulla. A Culiacan, invece, l’ufficiale Diaz si trovava a bordo della sua macchina, quando e’ stato affiancato da due veicoli e ucciso a colpi di arma da fuoco. In Sinaloa, Culiacan, Guamuchil e Mazatlan sono le citta’ piu’ colpite dalla violenza, che secondo gli esperti e’ da attribuire alla rottura dei rapporti di affari fra il capo del Cartello della droga di Sinaloa, Joaquin Guzman, detto El Chapo, e i suoi soci, i temibili fratelli Alfredo, Alberto e Carlos Beltran Leyva. Fonti giornalistiche e ufficiali riferiscono che solo quest’anno sono state quasi 2.000 le vittime degli scontri tra bande di narcotrafficanti e di delinquenza comune e tra queste e le forze dell’ordine. Ma il numero sale a 4.500 se si considerano le persone rimaste uccise dal dicembre 2006, ossia da quando Felipe Calderon ha assunto la presidenza del Messico ed inviato ingenti forze militari in cinque Stati settentrionali.