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La somministrazione di cannabidiolo, un cannabinoide non psicoattivo (Cbd), inibisce l’accumulo di prioni nel cervello e protegge i neuroni contro la tossicita’ dei prioni. Questi i risultati di una sperimentazione preclinica pubblicata sul numero di settembre della rivista scientifica Journal of Neuroscience.
L’accumulazione di prioni (ovvero, particelle proteiche infettate) causa una serie di malattie neurodegenerative nell’uomo e nelle mucche -tra cui la encefalopatia spongiforme bovina (conosciuta come sindrome della mucca pazza) e la sindrome di Creutzfeldt-Jakob. Non esistono ad oggi trattamenti terapeutici per malattie di questo tipo.
Ma i ricercatori del Centro nazionale per la ricerca scientifica hanno scoperto che la somministrazione di Cbd "limita l’accumulazione cerebrale di proteina prionica resistente alle proteasi ed accresce in maniera significativa l’aspettativa di vita".
In passato, altri studi avevano dimostrato l’efficacia del Cbd contro la crescita tumorale e per la protezione dei neuroni contro i danni da abuso di alcool. Altri cannabinoidi studiati sono efficaci nel ritardare la progressione di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la Sla.