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E’ sempre caldo per il presidente messicano Felipe Calderon il fronte della lotta alla droga: la recente designazione da parte del capo dello Stato del nuovo procuratore generale, carica chiave per combattere i cartelli narcos, e’ stata accolta con un mare di critiche, e non solo da parte dell’opposizione.
Il nuovo procuratore Arturo Chavez Chavez e’ stato accusato da diverse organizzazioni dei diritti umani di aver ostacolato le indagini sulle violenze subite negli anni scorsi dalle donne a Ciudad Juarez, considerata una delle citta’ piu’ pericolose al mondo in quanto crocevia del traffico della cocaina negli Usa.
Chavez Chavez ha lavorato nello stato di Chihuahua dal 1992 al 1998, nel periodo in cui Ciudad Juarez e’ stata teatro di centinaia di misteriose morti di donne, per lo piu’ giovani, e a cui nessuno ha potuto dare una risposta certa. Accusandolo di aver minimizzato il problema, i familiari delle vittime hanno ripetutamente chiesto indagini contro Chavez Chavez per ‘omissione o negligenza’.
Il nuovo procuratore, fanno notare i media locali, ha d’altra parte preso il posto di un uomo, Eduardo Medina Mora, che aveva il completo appoggio dell’agenzia antidroga nordamericana (Dea).
Oltre alla nomina del procuratore generale, Calderon ha in questi giorni snellito sensibilmente il suo governo, annunciando infatti un piano di riduzione del debito pubblico che prevede la soppressione di tre ministeri (turismo, riforma agraria e funzione pubblica), oltre a introdurre nuove tasse sui redditi, alcolici, telecomunicazioni, giochi e lotterie.