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Le Nazioni Unite preparano una missione in Uruguay per raccogliere elementi sulla proposta di legalizzazione della marijuana presentata dal governo di Montevideo. Ad annunciarlo e’ Raymond Yans, a capo dell’International narcotics control board (Incb), l’organo di controllo Onu per l’attuazione dei trattati internazionali sulle droghe. Il suo auspicio e’ che si possa avviare con l’esecutivo “un dialogo franco e aperto” sul provvedimento che ha gia’ fatto discutere molto ma di cui non si sa ancora nulla o quasi, se non attraverso articoli di stampa. “Ci pare di capire che l’ambasciata dell’Uruguay a Vienna non ha ricevuto la documentazione ufficiale, siamo un po’ sconcertati – ha osservato Yans -. Per il momento abbiamo solo informazioni di stampa e una decisione cosi’ importante dovrebbe essere messa a conoscenza delle Nazioni Unite”.
Il presidente dell’organismo delle Nazioni Unite ha quindi spiegato che il provvedimento, stando a quanto finora riportato dai media, “sarebbe assolutamente contrario all’articolo quattro della Convenzione del 1961 e l’Uruguay potrebbe avere difficolta’ con altri Paesi”. Secondo Yans, anche in presenza di una vendita regolamentata “continuerebbe a esistere un mercato nero” della marijuana, invalidando qualunque tentativo di stroncare i traffici criminali. L’iniziativa di Montevideo ha riacceso i riflettori su un dibattito acceso in tutto il continente sulle strategie di lotta al narcotraffico. Da una parte ci sono alcuni Paesi del Centroamerica, Guatemala in testa, che spingono per soluzioni diverse dalla repressione armata. Dall’altra gli Stati Uniti, primo mercato di consumo delle droghe, contrari a qualunque concessione.