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Continuano in Messico le “scomparse forzate” di persone per mano delle forze di sicurezza, grazie al silenzio del governo di Enrique Pena Nieto. Lo sostiene Amnesty International. Queste scomparse, esplose sotto il governo di Felipe Calderon (2006-2012), a margine della sua offensiva miliare contro i narcotrafficanti, continuano con “dei nuovi casi vigente l’attuale governo, con l’impunita’ come costante”, dice la ONG in occasione della giornata internazionale delle persone scomparse. Ricordando che quattro persone sono scomparse tra il 29 luglio e il 3 agosto nella cita’ di Nuevo Laredo (nord-est), alla frontiera con gli Usa, probabilmente per opera di militari della marina. Amnesty, criticando una inchiesta “superficiale ed inefficace”, cita nel suo comunicato il padre di uno scomparso che sostiene che molti testimoni, tra cui due poliziotti, hanno assistito al loro sequestro.
Un totale di 26.121 casi di scompara sono stati registrati in Messico durante il mandato di Calderon, secondo l’attuale governo. La Commissione nazionale dei diritti dell’uomo, sta attualmente indagando su 2.443 casi di “scomparse forzate”, cioe’ persone scomparse grazie a rappresentanti delle autorita’ o della forza pubblica.
Il ministero dell’Interno ha annunciato di recente la creazione di una speciale unita’ per ricercare gli scomparsi, ed offre anche ricompense in denaro in cambio di informazioni. Amnesty valuta questa iniziativa utile ma non decisiva. “Il governo deve modificare quella che sembra essere la propria strategia, che considera il crimine organizzato e altri tipi di delinquenti come i soli responsabili del grave problema degli scomparsi”, dice Amnesty, per la quale “non esiste nessuna valida scusa” per giustificare “l’inazione e il silenzio del governo”. Il governo conservatore di Calderon aveva deciso, al suo arrivo al potere nel dicembre del 2006, il dispiegamento di 50.000 militari e migliaia di poliziotti federali nell’ambito di una offensiva contro i trafficanti di droga. La violenza che ne consegui’, ha provocato qualcosa come 70.000 morti, secondo le stime del nuovo governo, che sostiene di aver ridotto del 20% la violenza omicida dal 2013.