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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato per le verità sulle morti in carcere, il cui appello è sottoscrivibile qui.

Un detenuto è morto di COVID19 a Bologna, il primo di cui si abbia notizia: non c’è più tempo, il governo e l’Amministrazione Penitenziaria devono agire con razionalità, decisione e trasparenza, devono diminuire davvero la popolazione carceraria, oltre le cifre irrisorie raggiunte ad oggi, e devono davvero assumere su di sé la responsabilità della salute e della vita di chi è recluso.

E ci sono altre 13 morti che aspettano giustizia.

Sono passate più di tre settimane dalla morte in diverse carceri italiane di 13 persone detenute a seguito delle proteste scaturite dalla mancanza di informazione e di gestione della crisi dovuta alla pandemia da COVID-19. Una protesta che, se pure ha avuto alcune espressioni violente, è stata portata avanti da diverse migliaia di reclusi/e, in assenza di una strategia di governo adeguata, capace di tutelare la vita, la salute e i diritti di chi è recluso.

13 persone a cui è stata negata persino l’identità, poiché solo dopo molti giorni si sono potuti conoscere i nomi.

13 persone la cui morte ha a tutt’oggi cause e dinamiche ignote: la sconcertante genericità delle dichiarazioni del Ministro Bonafede al Parlamento, subito dopo i fatti, non ha visto alcun successivo chiarimento, nessun aggiornamento su fatti, cause e responsabilità che sarebbero dovuti al paese e al Parlamento, oltre che ai famigliari delle vittime.

Da qui la pressante domanda di verità e trasparenza emersa dalla società civile e le iniziative del Garante Nazionale e dei garanti territoriali dei diritti delle persone detenute.

Come Comitato per la verità e la giustizia su queste morti in carcere – espressione di diversi mondi della società civile, dell’associazionismo, del diritto, della cultura – chiediamo con urgenza al Ministro della Giustizia Bonafede e ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di fornire al più presto informazioni e risposte esaustive e circostanziate:

– sulle cause di morte accertate per ognuna delle 13 persone decedute. Dopo tre settimane da fatti così eclatanti i risultati delle autopsie dovrebbero essere noti e disponibili;

– nel caso delle morti dovute all’assunzione di farmaci, informazioni dettagliate sui farmaci assunti e sulle modalità della loro appropriata custodia;

– quante morti siano avvenute nei luoghi della protesta e quante durante o a seguito delle traduzioni ad altro carcere dopo le proteste, dettagliando vittime, luoghi, circostanze e tempistica;

– se prima del trasferimento ad altro carcere i detenuti siano stati sottoposti a visita medica, anche considerando l’avvenuta sottrazione di farmaci dall’infermeria; se lo stesso sia avvenuto a destinazione raggiunta e quale sia la certificazione nel merito;

– se, nel caso delle morti correlate all’uso di farmaci, il personale penitenziario fosse formato al riconoscimento e al soccorso in caso di overdose e se vi fosse disponibilità, accesso e formazione all’uso dei farmaci salvavita.

Chiediamo al Ministro della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di fare immediata e pubblica chiarezza; alle forze politiche e ai Parlamentari di esigere e di adoperarsi per un aggiornamento dettagliato sui fatti; ai media di presidiare l’informazione e la comunicazione su questa inammissibile tragedia.