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L’Accademia nazionale del farmaco si e’ pronunciata oggi contro l’apertura di narcosale, e nel contempo l’associazione contro la dipendenza ANPAA si e’ detta favorevole al progetto del Governo.
“L’Accademia nazionale del farmaco ha fatto un comunicato contrario all’esperimento di narcosale, cosi’ come e’ oggi previsto nel progetto” governativo, ha dichiarato l’Accademia, che tra i suoi compiti c’e’ quello di rendere pubblici i propri pareri.
Al contrario, l’Associazione nazionale di prevenzione dell’alcool e delle dipendenze (ANPAA), ha ricordato “il proprio sostegno continuo all’esperimento di narcosale, nell’ambito della strategia di riduzione del danno”.
Il progetto governativo dell’apertura sperimentale delle prime narcosale, al momento, ha ricevuto un freno nell’autunno del 2013 da parte del Consiglio di Stato, che ha raccomandato al Governo di elaborare una legge specifica, anche solo per l’apertura sperimentale di queste narcosale.
Il ministro della Sanita’, Marisol Tourraine, aveva fatto sapere che il Governo avrebbe presentato un progetto di legge per mettere in “sicurezza giuridica” l’esperimento. Danièle Jourdain-Menninger, presidente della Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie (Mildt), a fine gennaio ha dichiarato che un testo di legge era a buon punto di preparazione, si’ da permettere l’apertura della prima narcosala a Parigi, vicino alla Gare du Nord.
Secondo l’Accademia, la loro contrarieta’ nasce dal fatto che e’ impossibile garantire qualita’, identita’ e non contaminazione dei prodotti iniettati, e che l’obiettivo e’ di “aiutare questi pazienti e non di mantenere la loro dipendenza”. L’Accademia ha chiesto un “rafforzamento dei mezzi a disposizione dei centri di cura per tossicodipendenti e delle unita’ delle dipendenze”, che hanno in cura 170.000 pazienti con trattamenti sostitutivi rispetto all’uso di droghe. Sono “rari gli studi abbastanza favorevoli a questo tipo di sperimentazioni con l’uso dell’eroina medicinale”, e certi Paesi come la Svezia hanno deciso di non continuare visti i risultati poco convincenti.
Secondo l’ANPAA, invece, queste narcosale “sotto l’egida dei professionisti della sanita’, offrono uno spazio per consumare in sicurezza, in condizioni igieniche accettabili e con un controllo delle sostanze che vengono iniettate”. Le narcosale si indirizzano “ad una popolazione urbana di consumatori dipendenti da droghe e particolarmente precari che, al momento, non hanno intenzione di intraprendere un percorso curativo”. Le narcosale permettono di ridurre le overdosi e di “limitare la trasmissione di infezioni”, soprattutto del virus dell’Aids e dell’epatite C grazie al riuso di siringhe, e quindi contribuirebbero “ugualmente al miglioramento della sicurezza pubblica”, dice l’ANPAA.