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Le Forze Armate del Guatemala hanno rafforzato la loro presenza militare alla frontiera col Messico mediante lo spiegamento di “centinaia” di soldati, che intensificheranno le operazioni contro il crimine organizzato e il narcotraffico in una delle zone piu’ violente del Paese. I militari saranno presenti soprattutto nelle localita’ di Santa Ana Huista, nel dipartimento di Huehuetenango, dove lo scorso 30 novembre sono morte 17 persone in uno scontro tra bande di narcos guatemalteche e messicane. Il 17 dicembre gli ufficiali hanno ispezionato almeno 15 proprieta’ alla ricerca di armi e droghe. Anche i soldati messicani hanno intensificato i pattugliamenti e la vigilanza alla propria frontiera con il Guatemala in un’azione denominata Operacion Agua Zarca, come riferisce la stampa locale. Il dispiegamento di forze deriva dall’allarme dello spagnolo Carlos Castresana, responsabile della Commissione Internazionale dell’Onu contro l’Impunita’ in Guatemala, il quale, all’inizio del mese, ha avvertito che “se le autorita’ del Guatemala saranno incapaci di frenare l’infiltrazione dei cartelli della droga messicani, in due anni (questi) avranno il controllo del Guatemala”. L’ambasciatore guatemalteco in Messico, Jose’ Luis Chea, ha fatto dichiarazioni simili al quotidiano messicano El Financiero. “Ci stiamo trasformando nel Messico, cosi’ come una volta si diceva che il Messico stava per trasformarsi nella Colombia. Ora in Guatemala abbiamo assassinati, rese dei conti tra narcotrafficanti e sequestri come mai prima d’ora”.
Il primo a riconoscere il pericolo e’ stato il presidente, Alvaro Colom, quando ha detto che la violenza legata al traffico delle droghe superava la capacita’ dello Stato di farvi fronte. Ecco perche’ difende la creazione di un esercito regionale per combattere il crimine organizzato, secondo il quotidiano El Universal. La resa dei conti tra bande rivali sono gia’ costate, da marzo, la vita a 44 persone in soli tre episodi di violenza, registrati nei dipartimenti di Huehuetenango e Zacapa. Due bande guatemaleche, di cui una con l’appoggio di Los Zetas -il braccio armato del cartello messicano del Golfo-, si contendono questi territori. La presenza di elementi della criminalita’ organizzata messicana aggiunge legna al fuoco in uno dei Paesi piu’ violenti dell’America Latina. La criminalita’ e’ esplosa nei primi undici mesi dell’anno, con un bilancio di 5.400 morti (4.600 nello stesso periodo del 2007).