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La produzione di oppio in Afghanistan sarà piú bassa nel 2010 principalmente a causa del maltempo, e non agli sforzi di decine di migliaia di truppe nato e dell’Onu. Lo ha riferito l’Agenzia Onu contro la droga e il crimine. “C’è una buona possibilità che l’Afghanistan produca meno oppio quest’anno”, ha dichiarato il suo direttore, l’italiano Antonio Maria Costa, citato in un comunicato.
Nonostante l’estensione delle coltivazioni resterà invariata (e sarà anche quest’anno attorno ai 123.000 ettari), il cattivo tempo registrato nel periodo di crescita delle piantagioni dovrebbe impedire agli agricoltori afgani di raggiungere un rendimento di 56 chili l’ettaro come nel 2009. Cosí, la produzione, già caduta da 8.200 a 6.900 tonnellate tra il 2007 e il 2009, secondo l’agenzia Onu, dovrebbe continuare a rallentare.
“Quasi l’80% dei villaggi delle aree poco sicure presenta piantagioni di oppio contro soltanto il 7% dei villaggi nelle zone senza violenze”, ha ricorda l’agenzia. “Il messaggio è chiaro: per continuare a inaridire la fonte della droga piú pericolosa, la sicurezza, lo sviluppo e la governance in Afghanistan devono migliorare”, ha sottolineato Antonio Mario Costa. “Le autorità afgane devono prendere in mano il controllo degli stupefacenti”, ha aggiunto.