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Tutti si aspettavano ieri la consegna da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della raccomandazione alla CND (Commission on Narcotics Drugs dell’ONU) rispetto alla cannabis, a seguito della revisione avviata a maggio scorso rispetto a usi e pericolosità della sostanza. L’attesa è stata delusa dall’annuncio del rinvio a causa della necessità di avere più tempo per rivedere i suoi risultati.

Il fatto che non sia stata fornita alcuna data di riferimento per il rilascio del documento preoccupa le ONG che si erano radunate a Vienna per assistere a quella che poteva essere un momento cruciale verso la riforma delle politiche sulle droghe. L’OMS infatti potrebbe suggerire la riclassificazione della cannabis rispetto alle tabelle delle convenzioni, dove al momento è accomunata alle sostanze più pericolose (come eroina e cocaina), aprendo così la strada agli Stati che stanno ragionando su una diferente applicazione del concetto di “controllo” delle sostanze illegali previsto dalle convenzioni internazionali.

Kenzi Riboulet-Zemouli, capo della ricerca presso FAAAT, un gruppo di riflessione internazionale incentrato riforma delle politiche sulle droghe, che proprio a latere della riunione di Vienna aveva organizzato l’International Cannabis Policy Conference ha espresso delusione: “siamo terribilmente delusi dal fatto che ancora una volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia deciso di non obbedire alle proprie regole e linee guida. I paesi – continua il comunicato stampa di FAAAT – hanno bisogno di tempo per capire e approvare queste raccomandazioni prima del voto finale (a maggioranza semplice) per accettarle o rifiutarle, il prossimo marzo“. A sua volta Michael Krawitz, senior advisor di FAAAT, ritiene che “questa decisione di bloccare i risultati della Critical Review della Cannabis sembra essere politicamente motivata.” Secondo Krawitz “l’OMS ha risposto a molte domande sulla legalizzazione della Cannabis, che non rientra nel loro mandato. Spero che l’OMS mostri coraggio e supporti i risultati del loro lavoro sulla Cannabis, che ci aspettiamo siano positivi in base alle recenti dichiarazioni dell’OMS stessa e alle loro altre azioni di oggi“.

Bruno Javier Faraone Machado, rappresentante permanente dell’Uruguay presso le Nazioni Unite (Vienna), che il risultato è preoccupante. “Il fatto che le raccomandazioni non siano state presentate oggi come previsto potrebbe significare che quando verrà il momento di decidere cosa fare con le raccomandazioni a marzo, sarà più facile per alcuni paesi sostenere che non hanno avuto abbastanza tempo per rivedere gli input per avere una posizione, forse ritardando ancora una volta il processo “, ha dichiarato a Marijuana Business Daily.