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Il traffico di droga in Afghanistan è diventato uno dei problemi più gravi per il futuro degli sforzi internazionali di stabilizzazione del paese e la Nato deve avere maggiori poteri per combatterlo. Ne è convinto il comandante supremo delle forze dell’Alleanza, il generale dell’esercito Usa John Craddock, che Aki-Adnkronos International ha intervistato in esclusiva per l’Italia nel corso di una visita a Kabul alla missione Isaf, la forza internazionale di pace guidata dalla Nato e forte di 52 militari di 40 paesi (di cui 14 esterne all’Alleanza). Craddock ha annunciato di aver già avanzato formale richiesta per un ampliamento dei poteri delle forze Isaf sul fronte della lotta al narcotraffico. L’Onu stima i proventi del papavero da oppio afgano complessivamente a 4 miliardi di dollari nel 2007, pari a metà dell’intero pil del paese. Circa 100 milioni sono affluiti in questi anni alla guerriglia e soprattutto ai talebani rafforzandone le capacità di combattimento contro le forze internazionali. Il 90% dell’eroina che arriva in Europa è di provenienza afghana.

“L’attuale piano operativo della Nato – spiega ad AKI il generale Craddock – prevede per l’Isaf l’autorità di fornire supporto alle forze antinarcotiche afghane. Ora, queste stanno crescendo dal punto di vista delle capacità e delle dimensioni, ma non sono ancora davvero adeguate. E l’autorità di cui dispone la Nato non è sufficiente”. Per questo, prosegue il comandante supremo dell’Alleanza, “ho chiesto un’autorità aggiuntiva che consenta all’Isaf di perseguire direttamente i ‘signori della droga’, le strutture e il traffico di narcotici”. La cosa è urgentissima, spiega ancora l’alto ufficiale Usa: “Ricordiamo che secondo l’Onu da 60 a 100 milioni di dollari l’anno vanno alla guerriglia. Con questi soldi gli insorti pagano l’esplosivo, i fabbricanti di bombe e i miliziani che le fanno scoppiare uccidendo i nostri soldati. Non possiamo più permetterlo, dobbiamo ridurre i rischi per i soldati dell’Isaf”. Certo, aggiunge Craddock, “non vogliamo farlo per sempre, ma finché le forze afghane non saranno all’altezza, dobbiamo poter aiutare subito”.
Il generale Craddock si è detto “contento che il ministro della Difesa di Berlino abbia detto che le forze armate tedesche sostengono molto” questa posizione nella lotta al narcotraffico. Del resto, in questa direzione si è chiaramente espresso anche il segretario di Stato alla Difesa Usa Robert Gates. Ed è stata la stessa Onu a chiedere un più deciso aiuto della Nato, per bocca di Antonio Maria Costa, il direttore esecutivo dell’Unodc, l’organismo delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe e al crimine. Costa è andato personalmente al quartier generale della Nato a Bruxelles per chiedere, come si legge in un comunicato, che “l’Isaf consideri la possibilità di espandere il suo sostegno includendo la distruzione di laboratori di droga e bloccando convogli di narcotrafficanti”.
Costa, si legge ancora nella nota, “ha chiesto all’Isaf di concentrarsi sui maggiori narcotrafficanti, neutralizzandoli o almento identificandoli in modo da poter ostacolare i loro movimenti”. “Abbiamo bisogno – ha dichiarato Costa – di riconquistare militarmente il contro delle province restanti (ancora con grandi coltivazioni di papavero da oppio), in modo che attività illecite siano limitate”. Qualche miglioramento, comunque, c’è stato: secondo il rapporto Onu della droga il numero di province libere da oppio sono passate da 13 a 18 su un totale di 34. E’ qualcosa, ma ancora troppo poco. (Giovanni Del Re)