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E’ trionfale il rapporto del 2008 sul lavoro svolto dalle Nazioni Unite in Afghanistan. Si legge: “Inizia a diminuire l’oppio che esce dall’Afghanistan”.
Dopo gli abbondanti raccolti del 2007, dove la produzione raggiunse le 8200 tonnellate ossia il 93% della produzione mondiale, il rapporto Onu rivela che, al contrario, la produzione nel 2008 e’ diminuita del 19%. E’ sceso anche il numero delle Province dedite alla coltivazione: da 21 a 16.
L’Australia ha in Afghanistan quattro ufficiali di polizia federale, che entro la fine dell’anno saranno affiancati da altri otto, con il compito di insegnare ai colleghi afghani come combattere i traffici illeciti. Scienziati australiani hanno anche contribuito alla coltivazione di una qualita’ di grano migliore, cosi’ da renderlo piu’ attrattivo per i contadini afghani.
Le strade europee, americane e australiane sono invase dall’eroina prodotta in Afghanistan. Circa il 20% dell’eroina che si trova in Australia arriva da li’.
I soldati australiani hanno l’ordine di non distruggere i campi di papaveri anche se la zona dove sono stanziati, Oruzgan, e’ una delle aree che a livello nazionale ha piu’ campi. Le coltivazioni negli ultimi 12 mesi sono aumentate del 23% e la produzione per ettaro e’ cresciuta di conseguenza.
Antonio Maria Costa, direttore dell’Unodc, ha ammesso che la scarsita’ dei raccoli del 2008 potrebbe essere dovuta dalla siccita’, anche se, ha sottolineato, in alcune Province c’e’ stata la collaborazione dei governatori, i quali hanno incoraggiato i contadini a coltivare prodotti legali piuttosto che i papaveri.
Paradossalmente, gli aiuti stranieri per l’irrigazione dei campi ha permesso che i contadini aumentassero la produzione d’oppio, infatti uno su tre l’ha coltivato.
Il rapporti ha anche sfatato il mito che i contadini non abbiano altre fonti di guadagno.
Costa ha ammesso, infine, che le campagne di eradicazione sono state un fallimento.