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(ANTIPRO/Ma.Ca.) Il Guardian di oggi anticipa i risultati di due ricerche che saranno pubblicate a fine anno e che si spera porranno fine alle chiacchiere sulla fantomatica cannabis superpotenziata. I risultati delle ricerche confermano che la skunk in vendita oggi in Gran Bretagna è, sì, più forte di quella di dieci anni fa, ma demoliscono il falso mito che questa sia oggi venti volte più potente di allora.
I risultati di entrambe le ricerche evidenziano come il contenuto di THC della skunk sequestrata dalla polizia sia solo raddoppiato dal 1995 al 2005, passando da una concentrazione media del 7% a una del 14%. La leggenda, che vuole il dominio incontrastato sul mercato britannico di una skunk con concentrazione di principio attivo superiore al 30% e capace di causare gravi danni mentali, ha comunque fatto presa sull’opinione pubblica. Tanto da rendere necessaria una revisione dello status legale della cannabis da parte del governo britannico.
L’Advisory Council on the Misuse of Drugs, diciotto mesi fa concluse che le informazioni disponibili non fossero sufficienti a modificare la classificazione della sostanza nella direzione di un inasprimento delle pene. Ora, a sette mesi di distanza dalla pronuncia dell’ACMD del prossimo aprile, gli studi condotti mostrano che a fronte di un’esplosione dell’autocoltivazione, ben poco di ciò che viene prodotto è skunk superpotente.
Il primo dei due studi in questione è stato condotto da Leslie King (ex direttore del Forensic Science Service’s drugs intelligence unit) su 299 esemplari e verrà pubblicato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. L’altro studio è stato condotto dai ricercatori del King’s College di Londra, sempre su esemplari di skunk raccolti dalla polizia, e giunge alla conclusione che, lungi da dominare il mercato britannico, solo il 4% della skunk in circolazione ha una concentrazione di THC superiore al 20% e la concentrazione più alta arriva solo al 24%. Ancora, lo studio ha verificato che gli esemplari di cannabis sequestrati dalla polizia britannica appartenenti a varietà diverse dalla skunk presentano un contenuto in THC del 3% o del 4%. Proprio come dieci anni fa.
In tutt’altra direzione invece – stando a quanto riporta l’Independent – vanno altre due ricerche, che contribuiscono ad alimentare l’allarme sociale sull’attuale classificazione della cannabis: secondo gli Youth Offending Teams la diffusione del consumo di cannabis tra i giovani criminali è cresciuta, dal 2004 ad oggi, in alcune zone sino al 75%.
Parallelamente, uno studio del King’s College ha concluso che il 25% dei giovani criminali di Sheffield ha adottato condotte illegali al fine di comprarsi la cannabis.