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Lo European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) dal 1995 elabora ricerche, dati e linee guida sul consumo di droghe illegali, e sulle relative azioni e politiche, nell’Unione Europea. Con questo documento interviene nella crisi da COVID19 in relazione alla condizione delle persone che usano sostanze illegali e al sistema dei servizi che se occupano.

La domanda che si pone l’EMCDDA è quali siano in particolare i rischi che corrono le persone che usano droghe (PUD) a causa di questa pandemia e quali le misure necessarie per la prevenzione e la limitazione di rischi e danni.

«Mentre le PUD corrono gli stessi rischi di infettarsi della popolazione generale, si trovano a fronteggiare rischi ulteriori che devono essere presi in considerazione e limitati. Per esempio, sono particolarmente vulnerabili i PUD europei di età avanzata, che hanno una serie di problemi di salute pregressi. L’uso ricreazionale do droghe avviene spesso in contesti affollati e con lo scambio di materiali per l’uso. Più in generale, la stigmatizzazione e l’esclusione sociale associati ad alcuni modelli di consumo, possono non solo aumentare rischi ma anche creare barriere contro la promozione di azioni di limitazione dei rischi stessi.

[…] Per quanto concerne i consumatori di oppiacei, può aumentare il rischio di overdose se sono positivi al COVID19. Uno dei più pericolosi rischi del consumo di oppiacei, come l’eroina, è quello di rallentare e bloccare la respirazione; dato che il COVID19 (come ogni altra infezione severa ai polmoni) causa difficoltà respiratorie, questo può aumentare il rischio overdose».

Il documento completo scaricabile anche sul sito di Fuoriluogo.it.

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