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A circa 30 anni dalla legge 309 del 1990 e del referendum del 1993 che ne avrebbe dovuto rimodulare gli approcci, riteniamo sia ormai necessaria una riflessione politica e legislativa volta alla revisione profonda dei suoi principi ispiratori, alla luce della sua palese inefficacia qualitativa, quantitativa e ideale.
L’intento di questo intervento è infatti quello di valutare la capacità della legge di affrontare un mondo in estrema mutazione a causa delle tipologie dei consumi esistenti, delle varie sostanze maggiormente consumate, delle persone coinvolte e dei bisogni di cui i vari soggetti sono portatori.
La legge appare ancor più distante dalla realtà dei fenomeni di cui si dovrebbe occupare soprattutto se la leggiamo nelle sue 20 tipologie applicative completamente diversificate nelle Regioni italiane, dove gli stessi diritti sanitari, sociali, legislativi e dei servizi da garantire risultano, talvolta, pura teoria che si trasforma in discriminazione palese per l’assenza di modelli omogenei di applicazione e di risposte adeguate. Esemplificative in tal senso sono l’assenza di servizi per persone con problemi di salute mentale e abuso di sostanze in circa la metà delle Regioni; la mancanza di incentivi all’accesso a misure alternative alla carcerazione per carenza di risposte da parte del territorio e la carenza totale nel sud d’Italia, ad eccezione della sola Campania, dei servizi di riduzione del danno e dei rischi.
La Conferenza nazionale dovrebbe quindi porre le basi per alcune riflessioni ormai inderogabili in merito al sistema di intervento:
– Quali possono essere i parametri utili per una nuova classificazione dell’offerta terapeutica delle strutture sul territorio nazionale, più adeguata alle richieste emergenti da nuovi fenomeni (per tipologia di utenze, per modello di accoglienza, per obiettivi di cura, per fase di cura, per necessità e voglia di coesistenza e compatibilità tra consumi e vita quotidiana)?
– Come superare modelli anacronistici di organizzazione dell’attuale sistema di presa in carico e cura, prodotto di ideologie strutturali del secolo scorso (salvare, punire, pentimento e ricaduta)?
– Come incentivare un approccio differente in un condiviso obiettivo di prevenzione, cura, accompagnamento e supporto?
– Come garantire ovunque un livello, condiviso, ampio ed eterogeneo, di risposte integrate tra loro, adeguate e rispondenti ai fenomeni che le attuali forme dei consumi stanno assumendo?
– Come cambiare una legge ormai superata in un moderno approccio agli stili di vita, consumo e scelta di milioni di persone?

La storia e l’evoluzione delle Comunità Terapeutiche e dei servizi in Italia

Le Comunità terapeutiche hanno rappresentato dalla fine degli anni 60 e primi anni 70 la prima risposta articolata, diffusa ed efficace nei confronti dell’uso problematico, abuso e tossicodipendenza soprattutto da eroina in Italia.
Le prime Comunità sono nate da movimenti molto vari spesso di ispirazione cattolica che portavano in sé ampie componenti laiche, di impegno civile, motivazione sociale, di accoglienza e aiuto concreto al fine di contrastare un fenomeno che andava sempre più coinvolgendo decine di migliaia di giovani in tutta Italia.
Tale impegno di accoglienza, ascolto e cura diffuso sui territori (dal Ceis di Don Picchi, ai Centri della Fict, a Don Ciotti e Don Gallo con le numerosissime realtà del Cnca, Emmaus, Saman, le Comunità Incontro e moltissimi altri negli anni successivi) è riuscito, nel tempo, a costruire una sensibilità e un movimento di pressione capace, tra l’altro, di condurre alla legge del 1975.
Tale legge ha rappresentato il primo atto normativo che, coprendo un vuoto legislativo, prevedeva strutture ad hoc per tossicodipendenti, differenziandole dall’area esclusivamente psichiatrica nella quale fino ad allora era stata confinata la tossicodipendenza.
Il riconoscimento normativo portò a un’ampia diffusione del sistema delle Comunità (nel 1996 erano state censite ben 1.372 strutture tra diurne e residenziali, con 22.706 ospiti. Attualmente si contano 16/18 mila ospiti ogni anno) con approcci e metodologie molto diverse: dalla Comunità di Vita alle sempre più varie Comunità terapeutiche che vedano impegnate figure di operatori, volontari, ex tossicodipendenti e professionalità.
Sfortunatamente, negli anni Ottanta una delega implicita quasi totale e, soprattutto, una auto-organizzazione e autoreferenzialità poco sorvegliata figlia dell’“emergenza eroina”, ha giustificato in nome di un bene superiore atti di inciviltà, violenza e sfruttamento inauditi all’interno di alcune strutture residenziali.
Successivamente il Decreto 309/90 aveva dato un primo indirizzo per la costruzione di un sistema nazionale complementare tra servizi pubblici ambulatoriali e Comunità residenziali e diurne.
Ciò non ha tuttavia impedito per tutto il decennio successivo discriminazioni ideologiche inaccettabili nel trattamento, anche nei servizi pubblici, rispetto a farmaci sostitutivi o elementi punitivi a fronte di pseudo “ricadute nella dipendenza”.

Le indicazione dell’osservatorio europeo su una nuova strategia

L’Osservatorio Europeo auspica da anni il varo di una strategia europea per il periodo 2015-2020 a favore di un approccio equilibrato e integrato a partire dai quattro pilastri (prevenzione, cura, RdD e RdR, controllo dell’offerta) basato sui dati probanti delle questioni in gioco e sulla conseguente valutazione, scientificamente rigorosa, delle misure necessarie per affrontarle a tutela dei diritti dei consumatori.
L’Osservatorio stesso ha ormai indicato una possibile revisione dei concetti di prevenzione ridefinendoli in una logica di progettazione integrata tra i vari livelli: universale, selettiva e indicata.
Sempre l’Osservatorio afferma con forza che, data l’estrema diffusione delle sostanze psicoattive, soltanto una minoranza delle persone che consumano e sperimentano alcool e droghe, svilupperanno successivamente dipendenza o problematiche gravi.
I modelli proposti dall’Europa per affrontare questo fenomeno, estremamente diffuso, prospettano un lavoro integrato sullo sviluppo dei fattori di auto/etero protezione congiuntamente alla promozione del concetto di resilienza nei modelli educativi.
Si ipotizzano quindi modelli di approccio basati sulle life skill in particolare nelle fasce 10/15 anni e di peer education nelle fasce 15/20.
Le due direzioni di lavoro sono consigliate sia a livello individuale che sociale.
In un’ottica moderna di revisione dei servizi territoriali, delle politiche e delle risorse è pertanto indispensabile l’incontro di più discipline e organizzazioni legati a culture e prassi operative diverse, in luoghi come la Conferenza nazionale, la Consulta e il piano nazionale di intervento.
In una fase storica in cui, grazie alla ridefinizione dei nuovi LEA, si prospettano notevoli cambiamenti nell’organizzazione sanitaria e sociosanitaria complessiva anche il sistema di intervento sul tema consumo, abuso e dipendenza è pienamente coinvolto.
Pur nel formale mantenimento dei dichiarati obiettivi condivisi molte ci sembrano le luci e le ombre con cui fare i conti.
Ci sembra chiaro, dunque, come nella costruzione e nello sviluppo di questo sistema di interventi e servizi, la legge che li ha normati e la sottostante politica agiscano senza un “pensiero reale e forte” sul tema dell’approccio e della risposta ai consumi, abusi e dipendenze.
Le leggi nazionali e regionali sono nate da una visione prioritaria basta sul controllo e sulla punizione piuttosto che da istanze di prevenzione, conoscenza, cura e contenimento dei danni.
Non occorre patologizzare o criminalizzare tutto.
Se si confrontano, conoscono e contrastano le condizioni che permettono che il consumo di sostanze, diventi dannoso o possa produrre patologia, si potranno indirizzare ai trattamenti terapeutici specialistici solo coloro che ne hanno davvero bisogno. Ciò potrà avvenire sia nel rispetto delle risorse a disposizione, purtroppo attualmente limitate, sia nel rispetto delle persone che, a contatto con gli attuali servizi, corrono ora un rischio iatrogeno.
Questi sono temi fondamentali da discutere in una Conferenza Nazionale sempre più urgente a decine di anni dall’ultima.

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    Aggiunto in data: 25 Giugno 2019 15:41 Dimensione del file: 5 MB Download: 1849