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[24/09/2009] La war on drugs è un fallimento, e sta perdendo consensi in tutto il mondo. Ormai ne è convinto anche il New York Times, che all’argomento ha dedicato un editoriale lo scorso 19 settembre.

“Per decenni – scrive l’autore dell’articolo, Misha Glenny – l’idea di legalizzare i narcotici è stata sostenuta solo da una esigua minoranza. Ma mentre i mercati globali delle droghe illecite sono cresciuti in modo esponenziale dall’inizio degli anni ’90, i decisori politici e le forze di polizia sono stati travolti dalla sfida posta dalla proibizione di un lungo elenco di sostanze. I mercati si sono estesi in luoghi che per decenni non avevano un problema significativo di droga, come la Cina e l’Indonesia, mentre i numeri dei tossicodipendenti in paesi come l’Iran sono cresciuti enormemente”.

Due i motivi principali del cambiamento di prospettiva politica identificate dal New York Times.
Il primo è la constatazione che la questione droga sta danneggiando gli “interessi a lungo termine” dei paesi occidentali in materia di sicurezza, specialmente in Afghanistan e in Messico.
Il secondo è il fatto che la produzione, dai paesi tradizionali come la Colombia e il Triangolo d’Oro, si sta spostando nel cuore dell’occidente, in paesi come il Canada, l’Olanda e la Gran Bretagna.
Glenny sottolinea come “stiamo assistendo ad una erosione del consenso alla war on drugs in paesi come l’Argentina, il Messico, il Portogallo e la Svizzera – dove le droghe o sono state depenalizzate, o sono state legalizzate de facto”. E in tutto il mondo si sono levate le voci di ex uomini di stato, ufficiali di polizia e intellettuali per denunciare il fallimento della “guerra alla droga”. Gli appelli più urgenti, scrive Glenny, sono giunti dal Sud America, con l’intervento di figure prestigiose come l’ex presidente del Brasile Cardoso, con il rapporto Drugs and Democracy: Toward a Paradigm Shift.

Secondo il New York Times i sostenitori della legalizzazione hanno di fatto vinto il dibattito morale e intellettuale, ma non si può dire altrettanto per quanto riguarda la politica. “È improbabile – vi si legge – che essi vincano a Washington, dove la proibizione continua a godere di un forte sostegno”. E anche il presidente Obama sarebbe contrario a forme di legalizzazione. Tuttavia va registrato che né la sua amministrazione, né gli altri governi occidentali “hanno tentato di contrastare il crescente sentimento in favore della riforma delle politiche sulle droghe”. (m.i.)

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