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04/02/09 – L’Olanda vuole che l’efficacia delle politiche di riduzione del danno sia riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite e annuncia battaglia in vista di Vienna 2009, ovvero il meeting ad alto livello che vedrà i governi di tutto il mondo riunirsi il prossimo mese di marzo per valutare un decennio di politiche globali sulle droghe. A darne notizia è Tom Blickman nel blog del TransNational Institute di Amsterdam.

“Non intendiamo rinunciare a che la riduzione del danno sia inclusa nella dichiarazione politica con cui gli stati membri determinano le politiche internazionali sulle droghe” ha dichiarato il ministro olandese per lo sviluppo e la cooperazione Bert Koenders nel corso della Conferenza dei donatori sulla riduzione del danno, che si è tenuta ad Amsterdam alla fine di gennaio. “E faremo lo stesso quando, nel 2010, l’onore di presiedere il consiglio direttivo di Unaids spetterà all’Olanda. Potete contarci”.
Solo pochi giorni, fa tre membri del Congresso Usa avevano indirizzato alla nuova ambasciatrice americana all’Onu una lettera di protesta, denunciando il tentativo della delegazione statunitense di impedire che la riduzione del danno sia menzionata nella dichiarazione politica attualmente in corso di preparazione a Vienna. E questo, nonostante il presidente Obama si sia detto favorevole alla rimozione del bando che impedisce di finanziare a livello federale i programmi di scambio siringhe.

Nella stessa direzione dell’Olanda si è espresso anche il nuovo direttore esecutivo di Unaids, Michel Sidibé: “Solo l’accesso universale alla riduzione del danno – ha detto nel corso della conferenza – può darci i risultati che ci servono”.

La posizione espressa da Sidibé corrisponde a un approccio ben preciso che accomuna l’Unaids a molte altre agenzie Onu come l’Oms, l’Undp e l’Unfpa, e che considera la tutela della salute – anche quella dei consumatori – come una priorità e un diritto imprescindibile della persona (vedi a questo proposito “La revisione dell’Onu della politica globale sulle droghe illegali: una guida per la partecipazione critica della società civile” a cura della rete internazionale Idpc).

Per Koenders la riduzione del danno “è un elemento cruciale della lotta contro l’Aids (…). È necessario un migliore equilibrio tra sicurezza pubblica e politiche della salute. La riduzione del danno è un metodo efficace – le evidenze esistono da tempo”. Il ministro ha rivendicato gli ottimi risultati conseguiti dall’Olanda grazie alle politiche di riduzione del danno: il numero di infezioni da Hiv nel gruppo dei consumatori problematici di droghe pesanti, ha spiegato, è sceso da 180 nuove diagnosi nel 2002, a sole 30 diagnosi nel 2005: un calo, ha sottolineato il ministro, del 600%. “Dopo tutto – ha aggiunto – un mondo interamente libero dalle droghe è una utopia”.

Koenders si è detto felice che l’Ue abbia incluso la riduzione del danno tra gli strumenti per la prevenzione dell’Hiv nella sua strategia sulle droghe fino al 2012, ed ha voluto ricordare le parole pronunciate dal Segretario generale dell’Onu in occasione della Giornata mondiale 2008 contro l’abuso di droghe: “Mentre festeggiamo il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, chiedo (…) agli stati membri di garantire che le persone che lottano con la tossicodipendenza abbiano pari opportunità di accesso ai servizi sanitari e sociali. Nessuno deve essere stigmatizato o discriminato per la sua dipendenza da droghe”. (m.i.)