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E’ in fase di attivazione all’Università di Nottingham un progetto di ricerca con risonanza magnetica (MRI) per scoprire se anormalità riscontrate nelle regioni frontali del cervello possono rendere maggiormente vulnerabili alla dipendenza da alcol, tabacco e droghe.

Finanziato su tre anni dal britannico Medical Research Council con 360.000 sterline, lo studio si concentrerà sulla corteccia frontale in quanto area del cervello alla base dei processi decisionali e della capacità di valutare i benefici a breve termine rispetto alle conseguenze negative a lungo termine di situazioni e comportamenti.

"I risultati di numerosi studi indicano che gran parte della popolazione assume droghe ma solo una piccola percentuale di chi le sperimenta, circa il 15%, ne diventa dipendente", ha dichiarato il coordinatore dello studio, Lee Hogarth, in una nota stampa.

"Crediamo – ha proseguito Hogart – che alcune persone siano biologicamente predisposte alla tossicodipendenza, a causa del malfunzionamento della loro corteccia frontale, che li rende incapaci di soppesare adeguatamente i rischi e li induce a scelte sconvenienti anche nel contesto dell’uso di droga. I giovani, tipicamente affascinati dal rischio, possono essere particolarmente affetti da questa disfunzione, dato che hanno una corteccia frontale non ancora completamente sviluppata".

La ricerca di Hogart e colleghi confronterà studenti "social smoker" con studenti fumatori cronici e adulti fumatori con adulti non fumatori. Questi quattro gruppi consentiranno ai ricercatori di "tracciare" la transizione alla dipendenza patologica nel corso del ciclo di vita, con risultati di sicura utilità per gli interventi di prevenzione.