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Roma, 3 aprile 2007 – Il presidente peruviano intende utilizzare l’esercito per condurre a fondo la lotta contro le coltivazioni di coca: “Occorre portare allasfissia la produzione di cocaina; è il modo migliore per spingere i campesinos a cercare alternative nel caffè o nel cacao. Si guadagna un po di meno, ma si vive nella legalità”, ha detto secondo quanto riferisce l’agenzia Misna. Garcia ha ordinato leliminazione dei pozzi di macerazione della foglia di coca - utilizzati per la produzione della pasta base della cocaina - e le piste datterraggio clandestine utilizzati dai narcotrafficanti nella regione amazzonica peruviana, dove il governo si prepara a ricominciare le operazioni di distruzione delle piantagioni illegali tra le proteste dei cocaleros (produttori di coca). “Usate gli aerei caccia, bombardate, mitragliate pozzi e piste. Se non cancelliamo ora il pericolo del narcotraffico, il Perù potrebbe affrontare una ribellione come quella di un paese fratello (la confinante Colombia, ndr) ha detto pubblicamente il presidente rivolgendosi al ministro degli Interni, Luis Alva Castro. Due settimane fa lesecutivo aveva decretato una sospensione temporanea delle operazioni anti-droga nella selva centrale di Tocache mettendo fine a un massiccio sciopero organizzato dai cocaleros in protesta contro "limposizione della politica americana di distruzione delle piantagioni”. Se per i ‘campesinos’ della regione amazzonica la foglia di coca resta una delle principali fonti di sostentamento, secondo il governo delle 105.000 tonnellate prodotte ogni anno nel paese solo 8-9.000 sono destinate a scopi legali, come il consumo tradizionale, mentre il resto finisce nel circuito del narcotraffico.