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La Bolivia ha avviato il processo di revisione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) della classificazione della foglia di coca come stupefacente ai sensi della Convenzione unica del 1961, un’opportunità senza precedenti per correggere una grave ingiustizia storica. La modifica dello status della coca nei trattati sulle droghe dell’ONU potrebbe rivendicare i diritti dei popoli indigeni e aprire mercati internazionali per i prodotti naturali della coca. Può generare opportunità di sostentamento lecito per i coltivatori e contribuire alla costruzione della pace nella regione andina, portando i benefici della coca alle popolazioni di tutto il mondo. La revisione può anche aiutare a modernizzare un sistema di trattati sulle droghe che è ancora impantanato nei pregiudizi coloniali e razziali da cui è nato a metà del XX secolo.

Come ha spiegato il Presidente boliviano Luis Arce, la foglia di coca ha “antichi usi medicinali, nutrizionali e fitoterapici tradizionali che non causano dipendenza né effetti nocivi sulla salute”. Allo stesso tempo, ha sottolineato che la Bolivia “non intende diminuire in alcun modo il controllo internazionale della coltivazione della coca e dell’uso delle foglie di coca per la produzione illecita di cocaina”. Anche se la foglia dovesse essere eliminata dalle tabelle, le convenzioni richiederebbero comunque agli Stati di impedire che essa venga utilizzata per la produzione illecita di cocaina.

Nel “Dossier di supporto“, il governo della Bolivia descrive il processo gravemente lacunoso che ha portato alla decisione di classificare la foglia di coca come una droga della Tabella I, concludendo che la “responsabilità istituzionale primaria di questo errore storico… è dell’OMS stessa”. Le imbarazzanti citazioni di funzionari delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti dell’epoca mostrano il palese razzismo che ha portato alla decisione di abolire entro 25 anni la pratica tradizionale della masticazione della coca. Quella fatidica scelta condannò una cultura andino-amazzonica millenaria e criminalizzò molte migliaia di coltivatori, commercianti e consumatori di coca.

Fino ad oggi, lo status della foglia di coca nella Convenzione Unica non è mai stato formalmente riconsiderato. Nel 1992, il Comitato di esperti dell’OMS aveva affermato che la foglia di coca era adeguatamente classificata perché “la cocaina è facilmente estraibile dalla foglia” senza valutare la presunta assuefazione e nocività.

Nel 1995 un ampio studio di OMS e UNICRI (Istituto delle Nazioni Unite su crimine e giustizia) aveva concluso che “l’uso tradizionale della coca non sembra avere effetti negativi sulla salute e che svolge funzioni terapeutiche, sacre e sociali positive tra i gruppi indigeni della regione andina”. Raccomandava persino di indagare se i benefici della foglia potessero essere estesi ad altri Paesi e culture. Sotto la pressione degli Stati Uniti il rapporto non è stato mai pubblicato ufficialmente dall’OMS.

La revisione critica dell’OMS dovrebbe essere completata entro il 2024 e, a seconda dei risultati, potrebbe raccomandare cambiamenti nella classificazione della coca. La decisione sulle raccomandazioni dipenderà dal voto della maggioranza dei 53 Stati membri della Commissione sugli Stupefacenti dell’ONU (CND). Il risultato ideale, secondo il governo boliviano, sarebbe quello di eliminare completamente la coca dagli elenchi della Convenzione unica. Tuttavia, è probabile che qualsiasi raccomandazione per modificare l’attuale status della coca si scontri con una forte opposizione politica in seno alla CND. Sarà necessario il sostegno attivo di altri Paesi e della società civile per fare un passo verso la trasformazione di un sistema di trattati che sembra congelato nel tempo.

Le coca chronicles su www.tni.org/en/article/coca-chronicles-monitoring-the-un-coca-review

L’articolo completo in versione originale è on line qui.

[Illustrazione di Anđela Janković ]