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copertina pena di morteÈ disponibile online il nuovo report di Harm Reduction International, Death penalty for drug offences – global overview 2024.  Il documento costituisce una delle fonti più attendibili e aggiornate a livello mondiale circa lo stato di applicazione della pena di morte in riferimento ai crimini riconducibili alle droghe. Se il 2020 aveva fatto segnare l’anno dai numeri più bassi, al 2023 è corrisposto un preoccupante e rinnovato incremento della pratica.

Alla fine del 2023, infatti, si segnalano trentaquattro Stati che fanno ricorso alla pena di morte come strumento punitivo per reati droga-correlati, uno in meno rispetto all’anno precedente: il provvedimento abrogativo di questa misura da parte del Pakistan, di cui hanno beneficiato oltre quattrocento detenuti, ha fatto segnare la prima deflessione nel corso degli ultimi dieci anni. A seconda della ricorrenza del provvedimento, gli Stati vengono suddivisi in quattro categorie: quelli ad alta applicazione, quelli a bassa applicazione, quelli ad applicazione simbolica, infine gli Stati per i quali i dati risultano insufficienti.

467 esecuzioni nel 2023

Cina, Kuwait, Iran, Arabia Saudita e Singapore, i cinque Stati nei quali nel 2023 sono avvenute esecuzioni capitali, rientrano nella prima categoria. A essi si aggiungono Malaysia, Indonesia, Corea del Nord e Vietnam. Nel 2023, il 98% delle esecuzioni ha avuto luogo in Iran: 459 in totale, perpetuate secondo metodologie definite “spaventose” da parte dell’Alto commissariato ONU per i diritti umani (OHCHR). Si tratta dei numeri più alti registrati nel Paese sin dal 2015. L’Arabia Saudita ha invece assistito a un calo nelle esecuzioni del 96% rispetto al 2022.
In Singapore, le uniche cinque condanne a morte eseguite nel 2023 hanno riguardato tutte reati droga – correlati, mentre il Kuwait ha ripreso a eseguire la pratica per la prima volta dal 2007.
Il sud-est asiatico si conferma dunque la zona geografica caratterizzata dalle maggiori problematicità, nonché dalle legislazioni più violente e repressive in materia di droghe.

Al netto di Cina, Vietnam e Corea del Nord, per gli ultimi due dei quali è stato impossibile accedere alle cifre ufficiali, nel 2023 sono state eseguite almeno 467 condanne a morte per reati droga – correlati: un aumento del 44% rispetto al 2022, e addirittura del 1450% in confronto al 2020.  I crimini legati alle droghe rappresentano il 42% delle esecuzioni capitali avvenute nel 2023, la statistica più alta dal 2016, generando una presenza globale di circa tremila detenuti nel braccio della morte, con 375 condanne a morte comminate nell’ultimo anno. Si segnala, di contro, la decisione della Malaysia di abolire l’obbligo di ricorrere alla pena di morte per i reati droga-correlati: ciò ha portato, nel Novembre 2023, a una richiesta di revisione processuale da parte di oltre ottocento condannati.

Nell’ambito di un contesto di per sé già così allarmante, pesa inoltre la mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni governative, motivo per cui è ragionevole ritenere che i numeri effettivi siano decisamente più alti di quelli raccolti da HRI. Non è un caso se, nel corso dell’ultimo anno, sono state diverse le organizzazioni internazionali a esprimere posizioni di biasimo, come nel caso dell’Unione Europea e dello stesso Alto Commissariato Onu per i diritti umani.

Pena di morte nel mondo

Tornano le condanne a morte anche nei paesi a bassa applicazione

Gli Stati a bassa applicazione sono in tutto undici: Bahrain, Bangladesh, Egitto, Iraq, Laos, Pakistan, Sri Lanka, Palestina, Thailandia, Emirati Arabi Uniti e Yemen.  Per quanto riguarda le sentenze di condanna a morte, l’Iraq è lo Stato con l’aumento percentuale più alto in assoluto, pari al 533%, la Malaysia quello con la maggior riduzione, pari al 50%.  In Indonesia, su dieci condanne a morte comminate, nove hanno a che fare con la violazione delle leggi sulle droghe.  Negli Emirati Arabi Uniti, la stessa statistica si avvicina al 100%.

Un sistema dall’impostazione così punitiva implica un profondo impatto sulla popolazione penitenziaria in diversi di questi Paesi, come Thailandia e Indonesia. Quest’ultima costituisce il solo Stato in cui si è assistito a commutazioni di pena, insieme a Bahrain, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti, sebbene sia da porre in evidenza anche la sentenza della Corte Costituzionale di Taiwan, che ha giudicato in parte incostituzionale l’applicazione della pena di morte per crimini legati alle droghe.

Il gruppo degli Stati ad applicazione simbolica risulta il più numeroso, in base alla presenza in graduatoria di Brunei, Cuba, Giordania, Mauritania, Myanmar, Oman, Qatar, Corea del Sud, Sud Sudan, Sudan, Taiwan e Stati Uniti d’America. Libia e Siria, infine, rappresentano gli unici due Stati per i quali i dati risultano insufficienti.

L’UNODC pare sordo alle istanze di moratoria

Lo sviluppo di politiche di tolleranza e rispettose dei diritti umani appare ancora delegato alla società civile: in linea con quanto storicamente accaduto, l’UNODC, il solo organo internazionale deputato a intervenire nell’ambito della questione, ha manifestato una linea eccessivamente remissiva nei confronti di tali violazioni. In occasione dello scorso 26 Giugno, giornata mondiale contro abuso e traffico illecito di droghe, mediante un comunicato sottoscritto da diverse ONG, l’agenzia delle Nazioni Unite è stata pubblicamente sollecitata a “intraprendere azioni urgenti e concrete”.

L’impegno decisivo prodotto da parte delle organizzazioni non governative intenzionate a riformare le leggi sulle droghe è riscontrabile in un documento licenziato a fine 2023 da parte dell’OHCHR, che, premettendo che questo tipo di crimini non può costituire ragione d’imposizione della pena di morte, ha raccomandato l’abolizione universale di questa misura per qualsiasi tipo di reato. La significativa regressione per quasi tutti gli indicatori presi in analisi restituisce dunque una situazione purtroppo ancora segnata da eccesso di criminalizzazione e da sanzioni non aderenti ai diritti umani, in quella che è identificabile come l’appendice più drammatica della War on Drugs.

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    Aggiunto in data: 2 Aprile 2024 17:19 Dimensione del file: 420 KB Download: 62