Trenta sindaci olandesi riuniti nella località di Almere, vicino ad Amsterdam, hanno chiesto al governo di autorizzare dei progetti pilota di coltivazione della cannabis per contrastare la criminalità organizzata che gestisce di fatto l’approvvigionamento dei coffee shop in cui il consumo è permesso. “E’ necessario passare alla regolamentazione e al controllo della produzione e della vendita”, si legge nel comunicato emesso al termine di quello che la stampa olandese ha battezzato il “summit dell’erba”.
L’Olanda ha depenalizzato già nel 1976 il consumo e il possesso di quantità di cannabis inferiori ai cinque grammi, la cui vendita è autorizzata in locali provvisti di una speciale licenza; tuttavia il “turismo dell’erba” proveniente da Francia e Belgio – e il conseguente arrivo degli spacciatori – sta causando notevoli inconvenienti di ordine pubblico soprattutto nelle piccole cittadine. Il sindaco di Maastricht, Gerard Leers, ha deciso di trasferire i sette coffee shop esistenti in città verso il confine, mentre altri due comuni vicini alla frontiera belga, Roosendaal (invasa da 13mila “turisti” ogni anno) e Bergen-op-Zoom, ne hanno deciso la chiusura.
“Il trasferimento dei locali non serve a risolvere il problema della criminalità, generato dall’afflusso di turisti, il giro d’affari è enorme”, spiega il primo cittadino di Roosendaal, Michel Marijnen, che definisce “inaccettabile” il comportamento dei turisti. Dal gennaio 2007 al luglio 2008 almeno 1.300 persone sono state arrestate dalla polizia locale per reati commessi in relazione con i coffee shop e sono state sequestrate sostanze stupefacenti per un valore di 35 milioni di euro.
E il comune di Amsterdam sta progettando la chiusura di 43 coffe shop, il 20% del totale, che si trovano vicino alle scuole superiori della capitale olandese. Lo rende noto un comunicato dell’amministrazione comunale precisando che il governo nazionale provvederà a regolare l’attività dei coltivatori di marijuana che rifornisono i rimanenti coffe shop.