Cade uno degli esempi di “successo” della guerra alla droga. Le coltivazioni di papavero da oppio sono in aumento in Myanmar. Non solo nelle zone occupate e controllate dai gruppi militari di matrice etnica o dai gruppi che hanno siglato un accordo di cessate il fuoco con la giunta militare birmana, ma anche nelle aree amministrate dal governo birmano. E’ quanto si legge nel rapporto, ‘Poisoned Hills’ pubblicato ieri dalla Palaung Women’s Organization (Pwo), organizzazione con sede in Thailandia.
I dati e le denunce contenuti nel rapporto si basano su 88 interviste ad altrettante donne di etnia Palaung, residenti nei municipi di Namkham e Mantong, sotto amministrazione birmana, situati nella zona settentrionale dello Stato Shan, a nord di Myanmar, al confine con la Cina. L’area dedicata alla coltivazione di papavero da oppio, si legge nel rapporto, è passata da 963 ettari tra il 2006 e il 2007 a 4.545 ettari nel biennio successivo. Una diffusione talmente elevata da ‘avvelenare’ le comunità più giovani del gruppo Palaung.
Secondo le testimonianze raccolte, la dipendenza dalle droghe ottenute dall’oppio, tra cui l’eroina, conduce nella maggior parte dei casi a violenza domestica e calo dell’interesse nei giovani per lo studio. ‘Gli unici uomini a non fare uso di droghe sono i monaci che se ne stanno nei loro monasteri’, racconta una delle donne intervistate.
n uno dei villaggi del municipio di Mantong, la percentuale di uomini con più di 15 anni che fa uso di oppiacei è passata dal 57 per cento nel 2007 all’85 per cento nel 2009. Fino al 2005, i villaggi dei municipi di Namkham e Mantong erano controllati dall’esercito di liberazione Palaung. Il traffico di stupefacenti, secondo quanto si legge nel rapporto, sarebbe quindi passato nelle mani dell’esercito e dei gruppi paramilitari vicini al governo birmano (State Peace and Development Council, Spdc) dopo la resa del gruppo armato Palung.
Le ‘squadre anti-droga’ nella regione avrebbero quindi preso il controllo attraverso estorsioni e minacce nei confronti dei coltivatori locali, costringendoli a coltivare in cambio di entrate regolari. Si è arrivati fino a estorcere l’equivalente di 27mila euro nel biennio 2007-08 in soli 28 villaggi del municipio di Mantong. ‘Fin quando il regime resterà al potere le droghe continueranno ad avvelenare la popolazione in Birmania e nella regione’, commenta Lway Nway Hnoung, una delle ricercatrici che ha curato il rapporto.
Secondo lo studio del 2009 dello United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc), l’area dell’ex Birmania dedicata alla coltivazione di papavero da oppio nel 2008 era di 28.500 ettari, ovvero il 3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Lo Stato Shan è la zona del Paese dove si produce di più, circa l’89 per cento del totale. A seguire gli Stati Kachin e Karenni, più a sud dello Stato Shan, con una produzione che si aggira rispettivamente intorno al 5 e 6 per cento.