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L’instabilità nel Nordafrica fa prevedere “un peggioramento della situazione” in Europa e in particolare in Italia per la lotta al narcotraffico. A parlare è il capo dell’antidroga russo Viktor Ivanov che, a una domanda di TMNews, risponde: “Il vostro Paese subisce non semplicemente gli attracchi dei barconi di immigrati, ma anche il passaggio verso nord del narcotraffico”. E il problema – secondo Mosca – non è soltanto nel meridione italiano “con ‘ndrangheta calabrese e la mafia”, ma anche nel “nord Italia”.
Ivanov, uomo con un passato nei servizi segreti in periodo sovietico e in particolare durante la guerra in Afghanistan, parla alla luce di una profonda conoscenza dei flussi delle droghe. I suoi timori, dice, sono condivisi in Europa: “Il collega britannico mi spiegava pochi giorni fa che presto i due terzi della droga in Gran Bretagna arriverà direttamente dal Nordafrica”.
Secondo Mosca sarebbe necessario un piano più complesso che permetta di includere il più ampio numero di Paesi possibile, a fronte di un traffico di droga sempre meno controllabile e contrastabile. Agendo all’origine del flusso, dal Sud America con le annuali 994 tonnellate di cocaina e dall’Afghanistan con 820 tonnellate di eroina e “una produzione di hashish che ha superato quella marocchina”, sottolinea Ivanov.
L’instabilità nel Nordafrica fa prevedere “un peggioramento della situazione” in Europa e in particolare in Italia per la lotta al narcotraffico. A parlare è il capo dell’antidroga russo Viktor Ivanov che, a una domanda di TMNews, risponde: “Il vostro Paese subisce non semplicemente gli attracchi dei barconi di immigrati, ma anche il passaggio verso nord del narcotraffico”. E il problema – secondo Mosca – non è soltanto nel meridione italiano “con ‘ndrangheta calabrese e la mafia”, ma anche nel “nord Italia”.
Ivanov, uomo con un passato nei servizi segreti in periodo sovietico e in particolare durante la guerra in Afghanistan, parla alla luce di una profonda conoscenza dei flussi delle droghe. I suoi timori, dice, sono condivisi in Europa: “Il collega britannico mi spiegava pochi giorni fa che presto i due terzi della droga in Gran Bretagna arriverà direttamente dal Nordafrica”.
Secondo Mosca sarebbe necessario un piano più complesso che permetta di includere il più ampio numero di Paesi possibile, a fronte di un traffico di droga sempre meno controllabile e contrastabile. Agendo all’origine del flusso, dal Sud America con le annuali 994 tonnellate di cocaina e dall’Afghanistan con 820 tonnellate di eroina e “una produzione di hashish che ha superato quella marocchina”, sottolinea Ivanov.
In tale contesto la regione sahariana sta diventando uno snodo cruciale. “La distribuzione di cocaina passa dal Sud America all’Europa attraverso il Sahara, come anche l’eroina afghana” spiega Ivanov, che sottolinea, basandosi sui dati diffusi dalle Nazioni Unite, l’aumento dal 2000 al 2009 della produzione di oppio in Afghanistan. Nonchè il problema del “transito” in zone segnate dalla guerra civile.
Nei Paesi dove l’instabilità regna sovrana, il rischio è la creazione prima di gruppuscoli sempre più forti, destinati a diventare cartelli, capaci di spartirsi il territorio. “Questi cartelli iniziano a concorrere tra loro e ad ammazzarsi tra loro” continua Ivanov. “La loro preoccupazione non è certo chi lotta contro il narcotraffico, ma la concorrenza”.
La presenza dei cartelli diventa via via sempre più invasiva.
“Sono interessati a partecipare al sostegno politico, a ‘partecipare’ alle campagne elettorali per fare avere uomini o comunque persone facilmente controllabili, a investire in politica per destabilizzare la situazione”. O anche “diffondere il terrore tra l’elettorato, come accaduto in Niger e Mauritania”. I signori della droga organizzano lo Stato nello Stato. Hanno tutto: “organizzazioni, leader, aerei, ma non una Costituzione”. Eppure comandano.
C’è poi un’altra insidia, molto più subdola, argomenta Ivanov: il consumo di sostanze ‘fatte in casa’, sempre più diffuso nel mondo occidentalizzato, come in Russia. Ed ecco un breve aneddoto relativo all’ultima riunione con il leader del Cremlino Dmitri Medvedev. “Parlavamo della lotta alle droghe e della pericolosa diffusione di informazioni in Internet: Medvedev apre il suo iPad e cerca la parola ‘isomorfina’: la prima voce sul motore di ricerca era proprio: come si fa l’isomorfina”. La facilità di accesso a tali informazioni, rappresenta il pericolo più grande.
Perchè se l’eroina è diventata più cara e una dose in Russia costa l’equivalente di 30 dollari, l’isomorfina si puo’ produrre grazie al fai da te con 3 dollari spesi in farmacia per tutto il necessario.