Tempo di lettura: 2 minuti

KANDAHAR (Afghanistan) – Nuova, inedita offensiva dei talebani in Afghanistan. Un gruppo di terroristi ha fatto saltare in aria l’ingresso della principale prigione di Kandahar, dove sono imprigionati molti estremisti. Quasi tutti i 1150 detenuti sono riusciti ad evadere: lo riferisce il fratello del presidente afgano Hamid Karzai, capo del consiglio locale provvisorio, e ne dà conferma anche il quartier generale della missione internazionale Isaf.

I RAZZI, POI LA FUGA – Nel dare notizia della fuga, due funzionari locali hanno detto che fra gli evasi vi sono anche circa 400 militanti talebani che erano rinchiusi nella prigione. I guerriglieri hanno lanciato diversi razzi contro l’edificio che ospita il penitenziario a Kandahar, una delle roccaforti dell’estremismo islamico in Afghanistan. Secondo il direttore della prigione, Abdul Qadir, l’esplosione ha causato anche una serie di vittime: «I talebani hanno usato un camion per far saltare il cancello e tutti i secondini (all’ingresso) sono rimasti uccisi e travolti dalle macerie», ha riferito al telefono, mentre nel sottofondo risuonava il crepitio delle armi da fuoco.

AGGUATO: «13 SOLDATI USA UCCISI» – In precedenza tredici soldati statunitensi erano rimasti uccisi in un attacco kamikaze dei talebani contro un convoglio americano in Afghanistan. Lo sostiene la tv satellitare britannica Sky News, il cui corrispondente in Asia Alex Crawford ha parlato con un medico della zona che ha assistito all’attacco. «Ha visto almeno due Humvee americani incendiati», ha affermato il giornalista. «Una Toyota Corolla, un modello di auto molto popolare in Afghanistan, è stata guidata da un attentatore suicida verso un affollato negozio ed è stata fatta esplodere». In quel momento stavano passando le truppe Usa. «Il capo della provincia ha confermato un attacco kamikaze ma si è rifiutato di dire quante persone sono morte», ha spiegato il giornalista, «le nostre fonti talebane ci hanno detto che tredici soldati Usa sono rimasti uccisi. Ma questo numero è stato confermato soltanto dai talebani. L’esercito Usa non ha confermato nulla».