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Due uomini non ancora identificati sono morti ammazzati in uno scontro a fuoco con la polizia, intorno alle nove di ieri sera. È accaduto nei pressi della Avenida Brasil, vicino al viadotto di Coelho Neto, a Rio de Janeiro. I due appartenevano a una delle tante bande criminali che infestano le favelas della capitale carioca e vanno a ingrossare il numero delle vittime che sale ogni ora: 1298 morti in cinque mesi e 11 giorni, ossia dal primo febbraio scorso.

polizia in azioneRio è in guerra. Con una media di nove morti al giorno, la città del Cristo Redentore è diventata uno dei luoghi più violenti al mondo. A scontrarsi sono le bande di narcotrafficanti, che si uccidono per il controllo del territorio, che altro non è se non una zona franca dove smerciare droga e armi. Nel contesto si inseriscono sia le forze di polizia, con blitz estemporanei che non fanno che inasprire le reazione delle gang, e gruppi paramilitari, che armati fino ai denti tengono testa alle mafie locali, in una spirale di violenza senza fine.
In questo ‘tutti contro tutti’, a farne le spese sono gli abitanti delle baraccopoli, dove i proiettili vaganti sono una costante. Il clima è da far west e le cifre da capogiro: ogni centomila abitanti cadono vittima delle pallottole 227 giovani fra i 15 e i 24 anni. Una media molto più alta rispetto ad altre zone del paese, dove se ne registrano 125 ogni 100 mila.

poliziaA scuola di guerriglia. La cartina delle mafie di Rio de Janeiro è quanto più di complesso e variabile possa esistere. Il territorio, sterminato, ospita milioni di persone. I gruppi e i gruppuscoli sono migliaia e ogni giorno si affiliano e si scindono in un rimescolamento di ruoli e poteri. Chi è più violento vince. Regola che ben conoscono le bande del Complejo Alemao, una delle peggiori favelas di Rio, che per apprendere nuove tecniche di battaglia hanno ingaggiato niente meno che un ex paracadutista dell’esercito brasiliano, che ha dismesso la divisa per passare tra le fila dei narcotrafficanti. Giorni fa, in una delle casupole adibite a nascondiglio, i poliziotti hanno rinvenuto un manuale di 50 pagine destinato al “ramo guerrigliero” della temuta banda Comando Rojo, scoperta durante una maxi operazione che ha lasciato sul tappeto 44 morti.

Il libro dei sogni. È un libro pieno di errori ortografici, ma ricco di tattiche di guerriglia urbana, di suggerimenti su colpi letali e “silenziosi”, di dritte su come attaccare elicotteri e blindati, e dà molti consigli logistici. Il testo, diffuso dal quotidiano brasiliano O Globo, riporta anche trappole da tendere agli agenti e modi di contrattaccare che assomigliano molto a quelli usati dai Vietcong contro i soldati statunitensi. Dalla loro, infatti, c’è il territorio, impervio e labirintico, che i criminali controllano e conoscono a menadito, proprio come una selva vietnamita. Affinché il corso di guerriglia possa arrivare anche agli analfabeti, molto numerosi nelle favelas brasiliane, la banda ha registrato anche un Cd, in cui le regole vengono raccontate a ritmo di funk carioca.

poliziaLa testimonianza. “Si muovono come un battaglione di militari – ha spiegato alla stampa il commissario carioca Oscar Olivera – hanno lanciatori di granate e cecchini, e sono sempre accompagnati da addetti alla logistica. I più giovani sono incaricati di trasmettere informazioni via radio e per ogni battaglia esistono persino squadre di pronto intervento per evacuare i feriti”. L’ufficiale di polizia ha partecipato al blitz che ha portato alla scoperta del manuale e lo descrive con parole che dicono molto sull’evoluzione della situazione carioca: “In 22 anni di servizio mai ho partecipato a uno scontro a fuoco tanto intenso. Il capo dei narco, Antonio Ferreira detto Tota, è riuscito a scappare perché ha un corpo di guardia di 38 uomini che non hanno smesso un attimo di lanciarci bombe a mano. Hanno applicato il manuale alla perfezione”.