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Nella prima giornata del convegno “Quale pena, quale carcere quali alternative”, che proseguirà nelle giornate di sabato e domenica, è intervenuto Davide Mosso, commissione carcere Camera Penale “Vittorio Chiusano”, sul tema “Dalla legge Simeone ai pacchetti sicurezza”. “Un’indagine condotta in questi giorni ha rivelato che il 60% degli italiani preferisce sapere di un innocente in carcere, che non di un colpevole fuori” ha esordito Mosso, che ha citato i numeri delle presenze in carcere, prima e dopo l’indulto e una riflessione sulle leggi attuate in questi anni.

“Oggi le persone in carcere sono circa 57.000, prima dell’indulto erano 61.000, al 31 dicembre 2006, dopo l’indulto, erano 39.000” ha spiegato e ha citato un intervento del collega Massimo Pavarini, che nel novembre 2004 predisse che le carceri sarebbero state sempre più affollate, con più stranieri, più custodie cautelari e con più tossicodipendenti. Nel dimostrare la “profeticità” di queste affermazioni e la poca efficienza di alcune leggi di questi anni, Mosso ha evidenziato i dati relativi al capoluogo piemontese: nel 2006 (ma con l’effetto Olimpiade) furono 6.444 gli arrestati e fermati, di cui 1.311 italiani e circa 5.000 stranieri. Su 6.544, 3.295 (circa il 50%) vennero processati in direttissima. Quanti per la bossi-Fini? 2.054, circa il 60% (di 3.295) . Nel 2007, arrestati sono stati 6.522, 1.584 italiani,4.983 stranieri, 3.528 processati per direttissima, 1.356 per la Bossi Fini, che quindi non ha portato risultati nell’arginare la pericolosità sociale, ma criminalizza la presenza di chi è irregolarmente sul territorio, magari persone che lavorano, come operai o badanti.

“Anche la Cirielli e la Fini-Giovanardi – ha affermato Mosso – hanno contribuito all’aumento delle persone in carcere. Nel 2005, prima della Cirielli, la percentuale fra persone definitive e in custodia cautelare era del 62% definitive e 38% cautelare. Oggi siamo al 43% definitive, 55% cautelare”. Dati estremamente significativi: “ogni politica penitenziaria è fatta verso chi sconta una pena definitiva e non di chi è in custodia cautelare. Su 57.000 persone in carcere in questo momento, ce ne sono 30.000 in custodia cautelare: le politiche attuali si commentano da sole”.

L’avvocato ha citato ancora il numero dei tossicodipendenti presenti nelle nostre prigioni: al 31 dicembre 2007 in Italia sono 15.000, quindi il 30% del totale. Non c’è bisogno di nuove leggi, ha spiegato. “Semplicemente andrebbero applicate quelle in corso in modo corretto”, rivelando come la Fini Giovanardi, ad esempio, riprenda degli articoli di più di 30 anni fa che prevedevano la presa in carico del tossicodipendente, la cura e la riabilitazione.