Continuano le iniziative delle reti internazionali per la riforma delle politiche sulle droghe e delle associazioni della società civile contro la nuova formulazione della Agenda europea sulle droghe 2012-2025 (già Strategia europea sulle droghe) elaborata dalla Commissione (consultabile a questo link) e che sarà presentata in Commissione LIBE giovedì 10 settembre.
Forum droghe ha già espresso la sua posizione critica (vedi Droghe, l’Agenda Eu e la nuova enfasi sul “law and order” di Susanna Ronconi, Fuoriluogo su il manifesto del 20 agosto 2020) anche in sede di Civil Society Forum on Drugs (CFSD), di cui fa parte.
L’International Drug Policy Consortium (IDPC) ne analizza criticamente i punti salienti inviando una lettera aperta allo Horizontal Working Party on Drugs, il gruppo dei rappresentanti governativi dei 27 paesi membri, alla presidenza tedesca e alla Commissione europea. Forum Droghe ha aderito e sostiene questa posizione e se ne farà interprete anche presso il governo italiano. Hanno firmato il documento di IDCP anche la Società della Ragione, l’Associazione Luca Coscioni, Eumans e Science for Democracy.
Nella lettera aperta si focalizzano i punti critici:
- il ritorno indietro rispetto a quella “posizione bilanciata” tra approccio repressivo e approccio sociale che ha fino a oggi caratterizzato positivamente la strategia comunitaria, con un forte ritorno alla centralità dell’approccio lawℴ
- il grave depontenziamento delle politiche socio sanitarie e la quasi sparizione dei temi relativi ai diritti umani, che pure hanno caratterizzato l’approccio europeo;
- il debole aggancio ai documenti più avanzati a livello globale, come lo UNGASS Outcome Document del 2016 e il rischio della perdita di una dimensione comunitaria coesa e di un ruolo centrale nel dibattito globale;
- la scarsa attenzione, rispetto alla precedente Strategia, ai temi della ricerca, del monitoraggio e delle evidenze scientifiche, nonostante la retorica dell’approccio evidence based;
- infine, ma non ultimo, il rischio di rinforzare la stigmatizzazione del fenomeno e dei suoi attori, sia attraverso un linguaggio non corretto che attraverso l’inclusione e l’accorpamento della Agenda sulle droghe in un unico provvedimento insieme a abusi sui bambini e traffico di armi.
A queste critiche si aggiunge la denuncia di un processo opaco che ha messo in difficoltà la società civile, con una scarsa considerazione delle osservazioni prodotte dal CSFD e un margine di tempo molto ristretto per far pervenire osservazioni e proposte.