Le Nazioni unite stimavano per la Colombia una produzione di 649 tonnellate di cocaina all’anno.
Invece ne venivano messe sul mercato almeno 800 in un solo mese.
Il tutto allo scopo di dimostrare che l’operazione plan Colombia era efficace e stava portando a una drastica riduzione della droga immessa sul mercato internazionale. E’ la denuncia dell’associazione antimafia Libera, che in un rapporto mette a confronto le cifre pubblicate dall’ufficio Onu per la lotta alla droga (Unodc) con quelle raccolte da un data base di tutte le operazioni antidroga realizzate nel Paese sudamericano.
L’Unodc, spiega l’associazione italiana, stima per il 2004 una produzione di 649 tonnellate di cocaina. Invece, afferma l’organizzazione, secondo i dati raccolti dalle forze di polizia e militari impegnate in Colombia contro la produzione di stupefacenti, in un solo mese sono state prodotte 800 tonnellate: sono stati scoperti infatti 311 laboratori di raffinazione; per 152 di essi le autorità hanno stimato una produzione complessiva di 600 tonnellate, mentre per le altre non hanno formulato una stima, ma, sottolinea Libera, a voler fare una valutazione decisamente riduttiva, si puó parlare di almeno di altre 200 tonnellate. Insomma, conclude l’organizzazione, la sproporzione tra i numeri forniti dalle Nazioni unite e quelli stimati e quelli stimati dalle forze di polizia è estremamente evidente.
Non solo, ma anche in termini di superfici coltivate c’è stata una drammatica sottovalutazione degli uffici dell’Unodc, che parla di 99.000 ettari. Una cifra paradossale se, dice Libera, gli Stati Uniti sostengono di aver distrutto le coltivazioni in 500.000 ettari. Insomma, pur di sostenere l’efficacia dell’operazione plan Colombia gli americani sarebbero arrivati ad affermare di aver distrutto una quantità di coltivazioni cinque volte maggiore di quelle realmente esistenti.
Evidentemente, sostiene Libera, l’obiettivo del plan Colombia non era quello di combattere la produzione di cocaina. “Sui veri obiettivi dell’operazione”, peró, precisano dall’associazione, “non ci possiamo pronunciare: non è il nostro compito. Il nostro obiettivo è segnalare le contraddizioni alle Nazioni unite e sperando che vi pongano rimedio”. E’ stato nello stesso rapporto “plan Colombia-elements for success”, redatto nel dicembre 2005 redatto da una commissione di indagine del Senato Usa, ad ammettere che forse le cose non erano andate cosí bene: “La mancanza di prove evidenti nei progressi documentati nella guerra contro la droga e nella neutralizzazione dei paramilitari è sconcertanti”, afferma il report, spiegando che “nel 2005 le eradicazioni hanno raggiunto i 196.000 ettari. Ció nonostante la cocaina sequestrata nel 2004 è quasi triplicata e si prevede che sarà ancora maggiore nel 2005. Nel frattempo la Colombia continua a fornire il 90% della cocaina che giunge negli Stati Uniti”.
Quella relazione era firmata tra gli altri, anche da John Kerry e dall’appena insediato presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.