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Il presidente colombiano, Alvaro Uribe, ha difeso la sua politica di “sicurezza democratica” anti-guerriglia e antidroga, rimessa in discussione a seguito dell’omicidio di undici giovani che l’esercito aveva fatto passare per guerriglieri. Uribe ha elogiato i risultati della sua politica, che ha dovuto affrontare la violenza e l’impunità dei trafficanti di droga, ha sottolineato durante il vertice dell’Internazionale democratica di centro (Idc) a San Cristobal Guanajuato, nel centro del Messico. “Il traffico di droga rende difficili i processi di pace. Li rende impossibili”, ha insistito, “Prima, i colombiani non volevano n‚ denunciare n‚ testimoniare, avevano paura o lo consideravano inutile. Oggi regna la fiducia e vengono presentate denunce, che non c’erano. Si rivelano sevizie che erano commesse ma di cui non si parlava”. C’è un clima paragonabile a quello che combatte oggi il governo messicano, in una lotta che costituisce “un esempio per il mondo”, ha affermato alla presenza dell’ex presidente messicano Vicente Fox, organizzatore del vertice e copresidente dell’Icd.

La rivelazione dell’assassinio da parte dell’esercito, all’inizio dell’anno, di undici giovani dei quartieri poveri di Bogotà, descritti falsamente come guerriglieri morti in combattimento, probabilmente per ottenere ricompense, ha causato la destituzione di 27 soldati, tra i quali tre generali. È stata seguita dalle dimissioni dal comandante capo delle truppe di terra, il generale Mario Montoya, considerato vicino a Uribe.

Gli Stati Uniti, tra i principali contribuenti dell’esercito colombiano, hanno da parte loro deciso di non portare assistenza in futuro a tre reparti dell’esercito colombiano, coinvolti nello scandalo. Questa sanzione ha una portata simbolica perchè arriva dagli Stati Uniti, primo alleato di Bogotà nella lotta antidroga e antiguerriglia attraverso il “Piano Colombia”, che prevede un aiuto di circa 600 milioni di dollari l’anno.

L’organizzazione di difesa dei diritti umani Amnesty International ha chiesto un’indagine sugli omicidi.
L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hwr) ha denunciato che si commettono ogni anno in Colombia tante violazioni di diritti umani quante ne sono avvenute in Cile durante tutta la dittatura di Augusto Pinochet. Uribe ha iniziato ieri una visita ufficiale in Messico e lunedí ha in agenda un incontro con il presidente Felipe Calderon.