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Per la “British Medical Asosciation, l’oppio afghano potrebbe essere usato, invece che distrutto, per aiutare gli afghani e il sistema sanitario nazionale inglese.
La diamorfina e’ gia’ usata per alleviare i dolori post operatori e per i malati terminali, ma attualmente il Governo inglese e quello afghano rifiutano l’idea di usare l’oppio aghano per colmare le carenze degli ospedali inglesi. Carenze che stanno peggiorando. Infatti si stanno adoperando sostituti meno efficaci e piu’ costosi.
L’associazione medica ha proposto questa radicale soluzione, che potrebbe migliorare anche le finanze dei contadini afghani.
La dottoressa Vivienne Nathanson, capo del dipartimento di scienza ed etica della BMA, ha detto che e’ ora di trovare un nuovo approccio. “Se noi raccogliessimo l’oppio afghano invece di distruggerlo ne beneficerebbe la popolazione locale cosi’ come i malati, ed elimineremmo molti pericoli sociali. Ci deve essere un modo per coltivarlo ed essere certi che arrivi alle industrie per farne diamorfina. Il governo afghano e le organizzazioni internazionali dovrebbero trovare il modo di far diventare questa sostanza legale ed usarla per fini medici”.
Il Dipartimento della sanita’ pubblica inglese riconosce la scarsita’ delle scorte, ma dichiara che la situazione e’ in miglioramento. Il portavoce ha dichiarato: “AbbiaMo discusso sulla possibile entrata nel mercato, ma ci sono degli ostacoli da sormontare. Uno di questo e’ che la soluzione della diamorfina deve essere conservata al freddo. E’ un processo molto speciale, che comporta una limitata produzione sia nel Regno Unito che negli altri Paesi”.
Le autorita’ afghane non condividono la legalizzazione dell’oppio, continuando la lotta ai traffici e alle coltivazioni.
Emmanuel Reinert, direttore esecutivo del Senlis Council, un gruppo no profit che sostiene la legalizzazione dei campi di oppio afghani, ha dichiarato: “Quasi ogni villaggio dovrebbe essere autorizzato alla coltivazione e alla produzione della morfina, cosi’ che i guadagni arrivino direttamente ai contadini e alle loro famiglie, rendendo semplice l’esportazione dai villaggi alla capitale, e verso l’estero”.