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Gli inglesi la chiamano alcohol-related dementia, ovvero la demenza collegata al consumo di alcolici che, se assunti in grande quantità, contribuiscono sensibilmente a diminuire la massa cerebrale.

LO STUDIO – Una ricerca pubblicata sul British Journal of Psychiatry e guidata dai due ricercatori Susham Gupta e James Warner sottolinea ancora una volta il legame esistente tra alcool e demenza, diffondendo numeri inquietanti a questo proposito. Nell’Alzheimer, considerata la forma più comune di demenza, l’alcool in quantità significativa è responsabile di un decimo dei casi, e se il consumo è stato pesante la responsabilità del bicchiere di troppo sale a un caso su quattro. Le lesioni alle cellule e alle sinapsi provocate dagli alcolici sono note da tempo, ma il rapporto direttamente proporzionale tra il vizio del bere e la degenerazione cerebrale è ulteriormente sottolineato dai dati di quest’ultima ricerca britannica.

DEMENZA DIFFUSA – Del resto le statistiche relative alla demenza e all’etilismo, quantomeno in Gran Bretagna, vanno a braccetto. Gli inglesi bevono sempre di più secondo i dati e dal 1960 hanno raddoppiato il numero di bottiglie pro capite all’anno, come fanno notare Gupta e Warner, secondo i quali al fenomeno ha contribuito anche la discesa dei prezzi nel settore. Allo stesso modo aumenta la demenza, classificata ormai dai medici come una vera e propria epidemia. Susanne Sorensen, che dirige il settore ricerca dell’Alzheimer’s Society, sostiene che tra le persone che muoiono oltre i 65 anni un terzo soffre di una forma di demenza senile.