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Molti coltivatori riescono a superare i rigidi inverni afgani grazie ai prestiti che ricevono dai trafficanti di droga e che ripagano dopo il raccolto primaverile.

Il programma di americani e britannici prevede di vendere semi e innesti a un prezzo simbolico, garantire credito e assistenza di esperti e impiegare la manodopera dei campi di oppio per la costruzione di strade e canali di irrigazione, fornendo cosí un’alternativa ai coltivatori di oppio prima dell’inizio della stagione della semina, ai primi di ottobre. “Dobbiamo far arrivare i soldi direttamente nelle mani dei coltivatori”, ha detto al Washington Post un ufficiale militare americano.

L’inviato speciale Usa per Pakistan e Afghanistan, Richard Holbrooke, ha sottolineato come la nuova iniziativa miri a sostituire il tentativo della precedente amministrazione di sradicare la coltura dell’oppio, che “ha sprecato centinaia di milioni di dollari” e “ha allontanato i contadini poveri, consegnando la gente nelle mani dei talebani”. Tuttavia, iniziative simili avviate negli scorsi anni dagli Stati Uniti in Asia e in America Latina si sono rivelate altrettanto fallimentari, ricorda il Wp.

Il contrasto alla coltivazione dell’oppio avrà il suo epicentro nella provincia meridionale di Helmand, dove se ne coltivano circa i due terzi di tutta la produzione nazione. Nella stessa provincia, i marines Usa e i soldati britannici sono impegnati da settimane in una vasta offensiva contro i miliziani, con l’obiettivo di garantire condizioni di sicurezza ai villaggi sottratti al controllo dei talebani. “Entro un anno quello che vorremmo vedere è una diminuzione del raccolto di oppio – ha detto un alto ufficiale militare Usa – per noi sarà un’unità di misura del successo dell’operazione. Se non creiamo ora le condizioni, entro i prossimi 60 giorni, non otterremo i risultati sperati”.

Lo scorso anno, oltre 365.000 fattorie afgane hanno guadagnato circa 730 milioni di dollari dal raccolto di oppio, una frazione dei 3,4 miliardi di dollari ottenuti dalla sua esportazione, stando ai dati Onu.

Lista Usa di 50 trafficanti di droga da “uccidere” – Intanto il Pentagono ha stilato una lista di 50 afgani, sospettati di essere dei trafficanti di droga legati ai talebani, da catturare o uccidere. Un’iniziativa che riflette la svolta impressa dalla nuova amministrazione alla strategia di lotta al narcotraffico, che garantisce i finanziamenti alla guerriglia talebana.

Riferendo alla Commissione Esteri del Senato, due generali americani impegnati sul fronte afgano hanno precisato che nella lista sono stati inseriti i nomi dei principali trafficanti di droga del Paese, i cui legami con la guerriglia sono stati accertati. “Abbiamo una lista di 367 obiettivi ‘da uccidere o catturare’, tra cui 50 obiettivi che hanno legami con la droga e la guerriglia”, ha dichiarato uno dei due generali, stando a quanto si legge nel rapporto del Senato visionato dal New York Times. I comandanti militari hanno affermato davanti al Congresso di essere certi della legalità della nuova strategia, nell’ambito delle regole di ingaggio militari e al diritto internazionale.

Un alto ufficiale militare ha riferito al Nyt che diverse persone sospettate di complicità nel narcotraffico sono già stati catturate e altre uccise dalle forze Usa, da quando la nuova strategia è entrata in vigore, all’inizio dell’anno. Gran parte degli obiettivi si trovano nella zona meridionale e orientale del Paese, dove sia la coltivazione di oppio che le attività di guerriglia sono piú intense.