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Gli sforzi per sradicare le coltivazioni di oppio che “non riescono a fornire mezzi di sussistenza alternativi per gli agricoltori afghani finiscono solo per rafforzare il supporto ai i talebani” nella piú instabile provincia dell’Afghanistan. Lo afferma una relazione della Assemblea parlamentare della NATO presentata dal deputato britannico Hugh Bayley alla Sessione di primavera a Berlino di sabato scorso.

“Il commercio di oppio alimenta l’ insurrezione, e l’insurrezione, a sua volta, sostiene la produzione di oppio”, ha spiegato Bayley ai membri del Comitato Economia e sicurezza dell’Assemblea, secondo una nota diffusa oggi dalla Nato. “Vi è un crescente accordo tra esperti che la semplice eradicazione e la proibizione della coltivazione non spezzerà questo circolo vizioso”. Inoltre, la militarizzazione della lotta contro gli stupefacenti. Afferma la relazione, potrebbe tradursi in ulteriori perdite civili e alienare i leader locali che collaborano con l’Alleanza.

Bayley è inoltre scettico sulle politiche che prevedono la coltivazione di oppio per la fabbricazione di medicinali contro il dolore, perchè la domanda terapeutica non sarebbe sufficiente ad assorbire le quantità prodotte. Meglio sarebbe, ha spiegato, un grande piano di conversione all’agricoltura legale, come insegnano le esperienze in Tailandia e Colombia. Le colture piú indicate, ha detto Bayley, sarebbero quelle di zafferano e pistacchi.