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(Notiziario Aduc) Sempre meno rivoluzione e sempre più narco-traffico: le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) sarebbero al centro del narcotraffico in partenza dalla Colombia, e questo grazie a una sorta di patto con i militari venezuelani, con il placet di Hugo Chavez. La teoria è argomentata in un lungo articolo pubblicato ieri dall’Observer, frutto di molte testimonianze raccolte in Venezuela, soprattutto tra ex militanti delle Farc.
Lo scorso anno 4.200 guerriglieri hanno abbandonato le Farc, spiega l’Observer, proprio perchè delusi dal cambio di ‘vocazione’ del movimento, sempre più rete attiva nel narcotraffico, ma anche nei rapimenti e nelle estorsioni.

“Tutte le fonti che ho consultato -scrive John Carlin dal Venezuela- concordano sul fatto che potenti elementi nell’apparato statale venezuelano hanno messo a punto forti relazioni operative con le Farc”, con tanto di missioni congiunte nel settore del traffico di droga. “Nessuno mette in dubbio che Chavez sia un alleato politico delle Farc e che per molti anni la guerriglia colombiana ha usato il Venezuela come terra in cui cercare sicuro rifugio”. Ma dietro le quinte delle rivendicazioni politiche ci sarebbe ben altro: il 30% delle 600 tonnellate di cocaina che escono dalla Colombia passa per il Venezuela. Oltre il 30% finisce in Europa, con Spagna e Portogallo come principali Paesi di ingresso.
Secondo fonti di intelligence, le strutture che in Venezuela sono a disposizione del narcotraffico colombiano “si sono ampliate in modo massiccio sotto la presidenza di Chavez”. La droga esce dalla Colombia su piccoli aerei, fa tappa in Venezuela e poi procede verso Haiti o la Repubblica dominicana, oppure verso l’Africa, con l’Europa come destinazione finale. Poi ci sono i tradizionali ‘corrieri’, che vengono chiamati “muli”: i Militari venezuelani garantirebbero servizi di guardia e addirittura scorte.
La collaborazione vige anche nel business dei rapimenti. Una fonte di intelligence consultata dall’Obersever sostiene che Chavez potrebbe far liberare Ingrid Betancourt in qualsiasi momento, se lo volesse. Ma sa, e lo dice alle Farc, che la consegna dell’ex candidata alla presidenza vorrebbe dire “game over” per i traffici della guerriglia.