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Kabul, 27 ago (Ap) – La produzione di oppio in Afghanistan ha raggiunto nuovi livelli record, passando dalle 6.724 tonnellate del 2006 alle 9.000 dell’anno in corso, pari a un aumento del 34 per cento. Il rapporto dell’Onu diffuso oggi sottolinea come il commercio multimiliardario dell’oppio sia sostenuto sia da militanti talebani che da esponenti corrotti del governo di Hamid Karzai.
L’Afghanistan conta oggi 193.000 ettari di terreno coltivato a papavero da oppio, rispetto ai 165.000 dello scorso anno, con un aumento del 17%, stando sempre ai dati dell’Ufficio dell’Onu contro la Droga e il Crimine (Unodc). Il paese fornisce cos? il 93% della produzione globale di oppio. “La situazione è drammatica e peggiora di giorno in giorno – ha detto il direttore di Unodc, Antonio Maria Costa – nessun altro paese al mondo ha mai avuto cos? tanta terra usata per attività illecite, a parte la Cina 100 anni fa”, quando era il principale produttore di oppio.
I dati dell’Onu gettano ombre sull’efficacia dei programmi finanziati da Stati uniti e dagli altri paesi donatori per contrastare il narcotraffico e aumentano la pressione su Karzai perchè adotti nuove iniziative per scongiurare la creazione di un “narco-stato”. Lo scorso anno, Karzai respinse la proposta americana di usare diserbanti contro i campi di papavero, per timore di danni al bestiame, ai raccolti e alle fonti idriche dei contadini. Costa ha ribadito oggi il sostegno Onu alla posizione di Karzai, ma ha sottolineato come al centro di ogni strategia di contrasto debba rimanere lo sradicamento del papavero.
Se nel nord del paese il numero delle province dove non si coltiva papavero da oppio è passato da sei a 13 nel corso dell’ultimo anno, nel sud la produzione ha invece raggiunto livelli mai toccati prima. La provincia di Helmand, da sola, conta 102.770 ettari di terra coltivata a papavero e oltre la metà dell’oppio prodotto su scala nazionale. “Il governo ha perso il controllo di questo territorio a causa della presenza dei militanti, dei terroristi, siano essi talebani o esponenti di gruppi di al Qaida – ha detto Costa – ora abbiamo chiaramente documentato come siano i guerriglieri a promuovere attivamente o a permettere, per poi trarne vantaggio, la coltivazione, la raffinazione e il traffico di oppio”. Secondo il direttore dell’agenzia Onu, i talebani impongono una tassa ai coltivatori e forniscono protezione ai convogli che contrabbandano oppio nei paesi vicini.
Sono circa 3,3 milioni gli afgani coinvolti nell’attività illecita, su una popolazione di circa 25 milioni abitanti. Costa ha quindi denunciato la “collusione” tra trafficanti ed esponenti del governo di Karzai. “La tolleranza del governo verso la corruzione sta minando il futuro – ha detto – nessun paese ha mai prosperato con il crimine”. Il direttore di Unodc ha quindi invitato le autorità di Kabul a denunciare al Consiglio di sicurezza dell’Onu i noti trafficanti di oppio, perchè siano inclusi insieme ai membri di al Qaida e ai talebani nella lista delle persone contro cui prendere misure. “La situazione dell’oppio afgano appare difficile, ma non è ancora senza speranza – ha concluso – ci vorranno tempo, denaro e determinazione, si tratta di investimenti utili a risparmiare all’Afghanistan e al resto del mondo ulteriori tragedie”.