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(Vita) Cheng Guangcheng picchiato da carcerati su istigazione delle guardie. Appello di Amnesty International: “la sua vita è in pericolo”.
L’attivista cinese per i diritti umani Cheng Guangcheng, che è cieco, è stato picchiato in carcere da altri detenuti su istigazione delle guardie. Lo denuncia oggi Amnesty International, precisando che a Cheng sono state negate le cure mediche e che l’attivista ha iniziato uno sciopero della fame per protesta. “Amnesty International ritiene che la sua vita sia in pericolo, e che rischi altre torture e maltrattamenti”, denuncia un comunicato dell’associazione per i diritti umani. Il pestaggio del 16 giugno è stato raccontato da Chen alla moglie, quando la donna è andata a trovarlo il 19 nel carcere di Linyi, dove è detenuto. Chen ha detto di essere stato punito per aver insistito nel voler chiedere un appello alla sentenza di condanna che gli è stata comminata dall’alta corte della provincia di Shandong.
Esperto legale autodidatta, ma cieco fin da bambino, Chen ha bisogno di un aiuto esterno per scrivere l’appello, ma sinora le autorità hanno limitato la durata delle visite della moglie o dell’avvocato, impedendo di fatto la stesura del ricorso. Chen è diventato famoso nel 2005 guidando la protesta di decine di famiglie della regione di Linyi contro una campagna di sterilizzazioni e aborti forzati. Alcuni funzionari di basso livello sono stati rimossi e o arrestati in seguito alle denunce dell’attivista. Ma poi lo stesso Chen è stato arrestato nel 2006 per alcuni scontri fra polizia e contadini, e condannato in un processo che Amnesty ha definito “politicamente motivato”.