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Oggi ricorre il sessantesimo anniversario della firma della Convenzione Unica sugli stupefacenti, siglata a New York il 30 marzo 1961, il testo che è alla base del sistema proibizionista e della “war on drugs”. La rete italiana della Società civile ha promosso un webinar internazionale, dal titolo “LA CONVENZIONE UNICA SUGLI STUPEFACENTI: 60 ANNI DI UN EPIC FAIL?”, che si terrà proprio stasera, dalle 18 alle 20 (info e iscrizioni su https://www.fuoriluogo.it/epicfail).

Per Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe “non è un caso il silenzio assoluto delle Istituzioni mondiali e nazionali su questo anniversario. Il fallimento delle politiche globali sulle droghe è acclarato, e da qui l’imbarazzo e la scelta di non ricordare al mondo gli errori e i danni provocati. Il sistema delle convenzioni e l’azione degli Stati membri dell’ONU dovevano eliminare completamente la produzione e uso illegale di droga entro 25 anni. Ne sono passati 60 di anni e produzione, traffico e consumo non sono mai stati così vari e ampi: non lo dico io, lo hanno detto i Governi stessi riuniti a Vienna nel 2019.”

“Quegli stessi governi nel 1998 – ricorda Fiorentini – avevano rilanciato, annunciando un mondo senza droghe in 10 anni. 20 anni dopo, nel 2018, il World Drug Report dell’UNODC attestava l’esistenza di 269 milioni di consumatori di sostanze nel mondo. Un aumento del 54% rispetto al 1998: le persone che usano sostanze sono dunque aumentate a velocità esattamente doppia rispetto all’aumento della popolazione mondiale (+27%) nonostante politiche pesantemente repressive, eradicazioni forzate e fumigazioni aeree con glifosato, carcerazioni indiscriminate e in alcuni casi torture e pena di morte. Tra il 2009 e il 2018 la produzione di oppio e coca è aumentata rispettivamente del 125% e del 30%, mentre nessun segno di riduzione si è avuto per la cannabis. Un quarto delle entrate complessive della criminalità organizzata proviene dal narcotraffico. Nel 2018 il fatturato del mercato globale della droga è stato stimato tra i 426 e i 652 miliardi di dollari. Ben oltre la metà dei profitti vengono riciclati, e di questi meno dell’1% viene sequestrato.

A questo punto – conclude il Segretario di Forum Drogheè tempo di cambiare rotta. Lo hanno già fatto Uruguay e Canada e 16 stati USA (questa settimana potrebbe essere il turno di New York) legalizzando la cannabis, lo ha fatto il Portogallo e lo sta facendo la Norvegia puntando sulla decriminalizzazione. In Italia invece siamo fermi alla legge Jervolino-Vassali, concepita oltre 30 anni orsono sulla spinta proibizionista degli USA di Reagan e della San Patrignano di Muccioli.