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  1. Droghe

La politica di Amsterdam in materia di droga è di tipo puramente pragmatico. La capitale ha una popolazione di oltre 720.000 abitanti, tra cui circa 6.000 consumatori di droghe pesanti. Le misure adottate mirano principalmente a scoraggiare l’uso delle droghe pesanti ed a combatterne lo spaccio.

Viene inoltre compiuto ogni sforzo per limitare i rischi che gli stessi tossicomani corrono e i problemi relativi alla droga che gravano sul resto della società. Nella politica di Amsterdam in materia di droga vige una distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere. Circa 1.500 dei 6.000 consumatori di droghe pesanti sono di origine olandese, 1.500 vengono dal Suriname, dalle Antille olandesi e dal Marocco, e circa 3.000 provengono da altri paesi europei, principalmente dalla Germania, dall’Italia e dall’Inghilterra.

L’età media dei tossicomani è aumentata, nel corso degli ultimi anni, da 26,8 anni nel 1981, a 35,0 nel 1994. Nel medesimo periodo, la percentuale di tossicomani al disotto dei 22 anni è scesa dal 14,4 al 2,1%.

Politica di dissuasione

Nei riguardi dell’uso di droghe, Amsterdam adotta una politica di dissuasione.

Vengono effettuati attivi sforzi per combattere il commercio della droga: le forze di polizia regionali di Amsterdam-Amstelland combattono il problema della droga per mezzo di unità decentrate, cioè le squadre distrettuali, dalle quali viene svolto il lavoro fondamentale di polizia, e del Central Criminal Investigation Bureau.

La dissuasione assume anche la forma di una intensa campagna di informazione circa le conseguenze ed i rischi del consumo di droga.

La politica di dissuasione sta a significare che le forze dell’ordine esercitano una linea di azione estremamente intensiva nel trattare i tossicodipendenti che si rendono colpevoli di reati. Negli ultimi anni si è verificato un netto aumento del numero degli agenti di polizia assegnati alla lotta contro la criminalità collegata al consumo di droga.

L’atteggiamento delle autorità di Amsterdam verso i tossicodipendenti che vengono dall’estero senza uno status legale rientra nel quadro della politica di dissuasione. Essi non hanno accesso ai programmi di assistenza che Amsterdam fa svolgere per i propri tossicodipendenti e ricevono aiuto soltanto in situazioni di emergenza. Inoltre, essi sono attivamente assistiti per tornare nel proprio paese di origine.

Droghe pesanti e droghe leggere

La politica olandese in materia di droghe differisce per molti versi da quella di altri paesi. Una di tali differenze è la distinzione effettuata tra droghe pesanti e droghe leggere. Sin dal 1976, tale differenza è stata sancita per legge: il possesso di droghe pesanti costituisce reato, mentre il possesso di una piccola quantità di droghe leggere costituisce una lieve infrazione. Per “piccola quantità di droghe leggere” si intende un massimo di 30 grammi.

Ad Amsterdam esistono circa 400 caffè e locali consimili, dove le droghe leggere vengono – illegalmente- fatte oggetto di compravendita. Tale commercio è tollerato alle seguenti condizioni: niente vendita di alcolici, niente scambio di droghe pesanti, niente vendite a persone di età inferiore ad anni 18, niente pubblicità e niente vendite superiori a 30 grammi. Nel caso in cui più di 30 grammi di droghe leggere siano rinvenuti nei suddetti locali, oppure vengano poste in vendita droghe pesanti o infine, nascano disordini, la polizia dispone la chiusura immediata del locale.

I controlli sui locali di tal fatta sono particolarmente frequenti. A seguito dell’adozione di un indirizzo del genere, è nata la distinzione tra commercio di droghe leggere e commercio di droghe pesanti. Lo spaccio di droghe leggere nei caffè e locali consimili è stato depenalizzato così come è stato depenalizzato il consumo di droghe leggere. Gli studi effettuati indicano che pochissimi consumatori passano dalle droghe leggere a quelle pesanti e che il loro numero complessivo è rimasto virtualmente inalterato dal 1976 in poi.

Programmi di assistenza

Numerosi programmi di assistenza sono in atto per i tossicodipendenti, il

più noto dei quali è quello di somministrazione di metadone. In un dispensario mobile ed in numerose unita fisse, i tossicodipendenti ricevono una dose giornaliera di metadone. Ogni giorno, il dispensario mobile si reca in un certo numero di punti fissi in città. Mediante la fornitura di metadone ai tossicodipendenti, il Servizio Medico Municipale e di Sanità Pubblica stabilisce un contatto regolare con la maggioranza dei tossicodipendenti. Ciò rende possibile dar loro certe informazioni utili e, se lo vogliono, offrire ad essi un ulteriore aiuto, consistente in programmi di riabilitazione e di assistenza nella sfera sociale. Il metadone consente ai tossicodipendenti di continuare ad agire in seno alla società in maniera più o meno normale.

L’uso di siringhe sporche da parte di più tossicomani può provocare il diffondersi dell’AIDS e dell’epatite B. Per correre ai ripari, vi sono dieci posti ad Amsterdam in cui i tossicomani possono cambiare le siringhe usate con altrettante nuove, senza spesa. Nel recente passato, oltre 1 milione di siringhe l’anno sono state scambiate in tal modo.

Un tale “scambio di siringhe” è stato predisposto dietro richiesta di organizzazioni che operano nell’interesse dei consumatori di droga. Una indagine rivela che non si sono verificati aumenti dei consumi di droga con tale sistema. Ad Amsterdam, solo il 30% dei tossicodipendenti si iniettano la droga per via endovenosa. Il cosiddetto “metodo cinese” (inalazione dei fumi di eroina) gode maggiore popolarità tra i consumatori.

Progetto per i drogati nelle strade

Vi sono circa 1.000 tossicomani ad Amsterdam, che possono essere considerati dei disturbatori pubblici. In generale, essi non hanno un indirizzo permanente, non possiedono fonti di reddito, e vivono nel centro della città. Molti di loro provvedono alle proprie esigenze quotidiane attraverso il furto e provocano problemi nei quartieri nei quali si aggirano.

Nell’intento di alleviare tale problema, è stato creato un “progetto per i drogati nelle strade”(street junkie project). Ai consumatori di droghe che hanno commesso reati e sono stati arrestati quattro o più volte in un breve volger di

tempo, viene offerta l’alternativa: scontare in una sola volta la pena per tutti i reati commessi, oppure partecipare ad un programma di riabilitazione, con l’obbligo della frequenza.

Il progetto, istituito in stretta cooperazione con le autorità nazionali, ha avuto inizio ai primi del 1989. Ai primi del 1990, esso era pienamente operante e sono stati messi a sua disposizione nuove stanze e letti presso una clinica di riabilitazione dalla droga (Jellinek).

Tossicodipendenti stranieri

Amsterdam ospita circa 3.000 stranieri, per lo più di passaggio, consumatori di droghe pesanti. Negli ultimi anni, le autorità olandesi e varie agenzie sociali hanno all’uopo stabilito contatti con le autorità di altri paesi stranieri. Scopo di tali contatti è di elaborare programmi di assistenza affinché i tossicomani stranieri possano tornare in patria ed ottenere là l’aiuto di cui hanno bisogno.

Gli accordi stipulati in proposito riguardano soltanto i consumatori di droga che non abbiano commesso reati in Olanda. In caso contrario, essi vengono istradati. Il loro trasferimento avviene in stretta cooperazione con le autorità degli altri paesi europei.

A seguito della adozione di tali misure e della politica di dissuasione perseguita ad Amsterdam, la capitale olandese non è più il paese di bengodi per i tossicomani europei. Tale realtà va diffondendosi gradualmente tra i consumatori di droga stranieri.

Risultati

La politica di Amsterdam in materia di droga ha reso possibile ad enti sociali e medici di stabilire contatti con all’incirca l’85% di tutti i tossicomani della città. Il numero dei tossicomani colpiti da AIDS o da epatite B è molto inferiore rispetto a quello di altre città europee e del Nord America.

Rispetto ad altre metropoli europee o nordamericane, i tossicomani di Amsterdam non si macchiano di gravi reati su larga scala. Vi è un crescente desiderio, tra di loro, di smettere l’uso della droga.

Calcolato su un periodo di parecchi anni, il numero dei tossicomani di Amsterdam è in declino. Particolarmente rilevante è la riduzione del numero dei tossicodipendenti giovani.

Nuovi gruppi costituiscono obiettivi della politica sulla droga

L’abuso di droga conosce sempre nuovi mutamenti. Nuove sostanze compaiono sulla scena, e nuovi gruppi di consumatori sperimentano la droga o ne diventano dipendenti. Tale processo richiede, pertanto, duttilità di approccio per i responsabili della politica in materia. E ciò si rispecchia nella storia della politica sulla droga di Amsterdam, caratterizzata da quattro fasi: il Modello Mosaico degli anni Settanta, il Modello Circuito dei primi anni Ottanta, ed il Gruppo Bersaglio e il Modello Su Misura da noi patrocinato attualmente. Senza scendere nei dettagli, si può dire che tali modelli hanno affrontato i problemi e le esigenze dei consumatori, così come quelli della società, nei periodi in questione.

Un nuovo orientamento politico può essere elaborato sulla base dei dati su gruppi potenzialmente ad alto rischio. Si tratta, per definizione, di un processo che deve precedere l’emergere dei problemi effettivi. In termini di politica sulla droga, ciò ha valore preventivo, piuttosto che curativo.

Nella politica presente e futura, Amsterdam sta assumendo quattro nuovi gruppi come obiettivi di recente osservati: i giovani del Marocco e quelli delle Antille, i giovani vagabondi e quelli del circuito “in uscita”. Questi quattro gruppi hanno in comune una caratteristica, e cioè che non mantengono mai o quasi mai legami con la presente scena della droga. Inoltre, essi si distinguono l’uno dall’altro. Possiamo approssimativamente dividerli in due gruppi.

Innanzi tutto gli sperimentatori. Si tratta del gruppo dei giovani del circuito “in uscita”, molti dei quali frequentano ancora la scuola e possono trovarsi nei caffè. Caratteristiche dei membri di questo gruppo sono che essi:

di solito sono bene inseriti nella società;

spesso fanno uso di nuove droghe più o meno leggere quali l’alcol e

l’hashish, ed alcune droghe pesanti, come l’XTC e la cocaina;

non mostrano sintomi di dipendenza;

hanno una breve storia come consumatori;

non rubano per potersi pagare le loro droghe;

in genere sono giovani e celibi.

Riassumendo, si potrebbe dire che alcuni dei giovani di questo gruppo indubbiamente andranno incontro a problemi, ma la maggioranza di essi – iscrivendo l’esperienza come positiva o negativa – entreranno a far parte della società normale. Il secondo gruppo, composto dalle tre categorie residue, può essere classificato sotto il denominatore di gruppi marginali. Caratteristiche dei componenti di tale gruppo sono che essi:

spesso usano droghe nuove e più o meno leggere quali alcol, hashish,

ed alcune droghe pesanti come l’XTC e la cocaina;

sono interessati alle scene dei gruppi marginali;

non rubano per pagarsi le loro droghe;

mostrano chiari segni di altro comportamento criminale;

usano la droga in esito ad uno stile di vita criminale;

non mostrano segni di dipendenza;

collegano la loro storia di consumatori con quella di un gruppo

marginale;

vengono trovati relativamente spesso nel gruppo degli stranieri

legittimi o clandestini;

crescono di numero a mano a mano che aumentano i problemi del

gruppo marginale.

Innanzi tutto, ecco alcuni dati di fatto su questo gruppo. Circa 200.000 giovani del gruppo di età da 0 a 24 anni, vivono ad Amsterdam. Una media dal 35 al 40% dei giovani di Amsterdam sono di origine straniera, e nel gruppo di età fino a 16 anni giungono quasi al 50%. Circa l’abuso di droga, i gruppi pertinenti compresi tra i 13 e i 24 anni che vivono ad Amsterdam sono composti da 1.700 giovani delle Antille, da 7.500 giovani del Marocco e da 3.000 giovani vagabondi. Numerosi giovani provenienti dalle Antille e dal Marocco figurano anche tra i vagabondi e quindi sono contati due volte. Naturalmente, non tutti questi giovani appartengono al gruppo ad alto rischio, ma noi calcoliamo che circa dal 20 al 30% di essi sono certamente compresi in tale gruppo.

Le misure di indirizzo rivolte a tale gruppo ad alto rischio potenziale sono, come già si è detto, di carattere preventivo. Esse possono essere suddivise in due parti.

Da un lato, il programma di assistenza di Amsterdam per i drogati è in fase di riorganizzazione allo scopo di accrescerne la duttilità e la qualità. Al riguardo, la cooperazione tra tale programma e i servizi previdenziali per i giovani assolve anch’essa un ruolo di rilievo.

Il Centro Jellinek, tra gli altri, è attivo nella elaborazione di tali progetti di collaborazione. A seguito di tali iniziative, gli attuali servizi di assistenza saranno adeguati alle prescrizioni attuali e resi accessibili ai citati nuovi gruppi

individuati come obiettivi.

Dall’altro lato si stanno elaborando ed attuando progetti allo scopo di impedire che i giovani diventino poveri. Un buon esempio, in proposito, è costituito dal progetto denominato “Nuove prospettive per i giovani svantaggiati”.

Particolarmente importante, nell’approccio a tale progetto, è il concetto che avere una istruzione ed un lavoro siano i fattori più importanti per la prevenzione di tali problemi e quindi anche dell’abuso di droga. Ai giovani che hanno avuto problemi con la polizia o con la frequenza scolastica, viene offerta la scelta di tornare a scuola o di andare a lavorare. Qualora essi non vogliano collaborare, verranno imposte a loro carico tutte le sanzioni disponibili. Il motto che sottende tale azione è: “Aiutare quelli che vogliono ma non possono, e punire quelli che possono ma non vogliono”.

Queste sono alcune delle misure che il comune di Amsterdam sperimenta per impedire lo sviluppo di una nuova generazione di consumatori di droga, mentre offre un aiuto efficace a coloro che nondimeno continuano a farne uso.

Luglio 1995

Amsterdam: Fatti e Cifre

  1. LEGALITÀ E SICUREZZA PUBBLICA

Moltissime persone, con diversi modi di vita, convivono nella città di Amsterdam. Si tratta di gente che deve dividere lo spazio con migliaia di turisti tutto l’anno. La città offre tutte le strutture che ci si attende di trovare in una capitale: industrie ed uffici commerciali, negozi, università, scuole, teatri, alberghi e pub.

Una città del genere può funzionare adeguatamente solo se esistono leggi e regolamenti che tutti devono osservare, e se la legalità e la sicurezza pubblica sono fatte rispettare. Solo allora è possibile preservare il clima di tolleranza che da secoli prevale ad Amsterdam.

La libertà di ciascuno trova un limite nella libertà altrui. Libertà di espressione significa anche libertà di dimostrare. Ma le dimostrazioni per esprimere sentimenti ed opinioni non devono dar luogo a blocchi del traffico o alla invasione di fabbricati.

Il mantenimento della legalità e la garanzia di una società sicura è tra i compiti principali del governo. La forze dell’ordine e le autorità svolgono ciascuna il proprio specifico compito al riguardo. I funzionari municipali sono coscienti che i problemi sociali richiedono soluzioni di ordine sociale. In numerose località urbane, sono stati elaborati progetti di prevenzione della criminalità, con particolare attenzione ai gruppi individuati come obiettivi, ai quali vengono offerte possibilità o, se necessario, che vengono assoggettati ad una azione correttiva.

Le forze dell’ordine

Dal 1993, i dipartimenti di polizia municipale di Amsterdam e Amstelveen, nonché quelli della polizia federale di Aalsmeer, Diemen, Ouder-Amstel e Uithoorn costituiscono nel loro insieme la regione di polizia di Amsterdam-Amstelland. Il sindaco di Amsterdam ha alle sue dipendenze il Dipartimento di Polizia (con l’incarico del controllo generale, dell’organizzazione e della gestione) mentre il Commissario di Polizia di Amsterdam è il Capo della Polizia. I sindaci delle varie circoscrizioni sono responsabili della osservanza della legalità nell’ambito del proprio territorio, e nel loro insieme costituiscono l’Ufficio Regionale. In futuro si prevede che le forze di polizia saranno aumentate da 3.500, quante erano nel 1993, a circa 5.000 nel 1996. In effetti, due sono le persone a capo delle forze dell’ordine: il sindaco ed il procuratore generale. Al sindaco è demandato il compito di assicurare la legalità e l’ordine; al procuratore generale spetta di indagare sui reati penali. Inoltre, il procuratore generale è incaricato di perseguire gli atti punibili dalla legge, e di provvedere alla supervisione delle indagini che possono portare al fermo giudiziario. Egli risponde del suo operato al Ministro per la Giustizia.

Allo scopo di assicurare la coordinazione tra le forze di polizia, Il Sindaco, il Procuratore Generale e il Commissario di Polizia mantengono regolari contatti. I loro incontri vengono definiti Consultazioni Triangolari.

La Commissione del Consiglio Comunale per gli Affari Generali Amministrativi e Giudiziari tratta regolarmente le questioni attinenti alla politica della polizia con il Sindaco e con il Commissario di Polizia. Oltre alla attività di routine, la polizia si dedica in particolare ad affrontare:

reati penali che mettono a repentaglio la sicurezza della

popolazione: il numero delle aggressioni e delle rapine a mano armata

deve essere ridotto;

furti con scasso;

criminalità organizzata, tra cui: a) smercio internazionale di droghe

su larga scala; b) truffe su larga scala; c) corruzione;

smercio locale di droghe, con priorità nei confronti dei danni al

pubblico provocati dalle forme di criminalità legate alla droga, e del

traffico internazionale di droghe;

danni all’ambiente;

maggior sicurezza del traffico, e riduzione del numero delle vittime e

del disturbo provocato dal parcheggio delle autovetture e dal rumore

proveniente dai caffè, dai pub, o dai club;

contenimento della delinquenza minorile.

L’esigenza di un ente autonomo che trattasse i ricorsi contro il comportamento delle forze di polizia ha dato luogo alla costituzione, nel 1986, della commissione denominata Police Conduct Complaints Commission. Nel 1994, la commissione ha ricevuto 378 reclami, un terzo dei quali generalmente infondati.

Oltre alla predetta Commissione Reclami, è stata anche istituita una commissione per la supervisione delle prigioni della polizia. Essa accerta il trattamento che i fermati ricevono dalla polizia e, se necessario, fornisce raccomandazioni volte al miglioramento della situazione.

Prostituzione

L’esercizio della prostituzione non è vietato in Olanda. Peraltro, la legge vieta (art.250 bis del codice penale) la tenuta di luoghi di prostituzione, ad esempio un bordello con vetrine, una casa di tolleranza o un club privato per fini di prostituzione. In pratica, peraltro, viene seguita anche ad Amsterdam una prassi di ‘indulgenza’ nei confronti delle attività legate alla prostituzione ed in particolare in prossimità del Burgwallen (quartiere a luci rosse) e del quartiere cittadino denominato De Pijp. Attualmente la polizia di Amsterdam, in realtà a partire dai primi anni Ottanta, non permette l’aumento del numero de bordelli con vetrine. Le imprese dedite alla prostituzione esistenti sono tollerate, a condizione che non provochino disturbo al pubblico e rispettino la legge. Ad esempio ai minori (ragazzi e ragazze) non è consentito esercitare la prostituzione.

Il 22 marzo 1995, il Consiglio comunale ha deciso di introdurre il “Decreto di Tolleranza” per le imprese legate alla prostituzione. Dal 1° gennaio 1996 diviene obbligatoria la “Licenza di Tolleranza” . A seguito del diffondersi delle malattie veneree, ogni sforzo viene compiuto per promuovere l’assistenza medica alle prostitute, fra l’altro attraverso la fornitura di informazioni sulle malattie che si trasmettono per via sessuale e l’accesso ad istallazioni di soglia bassa quali gli ambulatori. Inoltre, vigono norme municipali generali riguardanti misure quali la sicurezza antincendi, l’inquinamento acustico e l’igiene che i tenutari sono tenuti ad osservare. Tali impegni sono contenuti nel “Certificato di Idoneità”, anch’esso divenuto obbligatorio a partire dal 1° gennaio 1996.

Prostituzione nelle strade

Il 13 dicembre 1994 è stato raggiunto un accordo dal Consiglio Comunale circa la temporanea creazione di un quartiere per passeggiatrici (valido entro e non oltre il 1° gennaio 1996) in una zona designata sulla Oostelijke Handelskade. A seguito di un emendamento temporaneo dell’ordinanza esecutiva del Decreto Locale Generale (in olandese APV), art. 87, terzo paragrafo, e art.88, primo paragrafo, la prostituzione stradale è consentita colà dalle ore 21 alle 6 del mattino . Al fine di reprimere la prostituzione per le strade in altre parti della città, alle passeggiatrici è vietato esercitare il mestiere fuori di tale area.

Il 29 giugno 1995, il Consiglio Municipale ha deciso di fissare una ubicazione permanente sulla Theemsweg. Anche tale provvedimento ha richiesto una modifica dell’ordinanza esecutiva dell’APV, a seguito della quale sarà consentito esercitare la prostituzione per le strade della zona indicata tra le ore 21 e le 6 del mattino.

Ecco alcune delle considerazioni principali a favore della istituzione di un quartiere per le passeggiatrici:

concentrare in un’unica zona la prostituzione per le strade e tenerla

sotto controllo;

regolare e reprimere il disturbo della quiete pubblica vietando, tra

l’altro, la prostituzione nelle strade esterne al quartiere delle

passeggiatrici;

garantire una maggior sicurezza alle prostitute nei confronti dei loro

clienti;

concentrare l’assistenza.

L’area sulla Theemsweg sarà organizzata in modo tale che:

siano tutelati gli interessi delle persone che abitano, lavorano o

impiegano il tempo libero nella zona circostante;

sia salvaguardato il mantenimento dell’ordine pubblico;

sia salvaguardata la incolumità dei partecipanti.

Il quartiere delle passeggiatrici comprenderà anche un “progetto di salotto” nel quale, tra le 21 e le 6 (cioè nelle ore consentite per la prostituzione), le prostitute possano avere un breve riposo e disporre di una modesta assistenza medica e sociale.

Le droghe

Fin dagli anni Settanta, il consumo di droghe ad Amsterdam ha creato anch’esso problemi in ordine alla legalità. Ad Amsterdam vi sono circa 6.000 persone che consumano eroina o cocaina. Sono circa 1.000 i consumatori di droghe pesanti che provocano problemi nelle strade.

Essi di rado hanno un indirizzo permanente e generalmente compiono furti e rapine per procurarsi la razione quotidiana di droghe. Nel centro della città, le misure in materia di ordine pubblico sono particolarmente rivolte a tale gruppo: sorveglianza, osservazione, arresti e scioglimento di assembramenti dei consumatori. Nel caso in cui i consumatori abbiano avuto scontri con la polizia per quattro volte nel giro di un anno, viene loro offerta la scelta di scontare l’intera pena per i loro reati, ovvero di sottoporsi ad un programma di disintossicazione.

Nel caso in cui i consumatori di droghe pesanti interrompano il programma terapeutico prima del suo completamento, sono ugualmente costretti a scontare in prigione tutta la pena irrogata. Uno degli strumenti di cui si serve la polizia per mantenere la legalità e l’ordine nel vecchio centro e nel sud-est di Amsterdam è la cosiddetta “ordinanza di estromissione”. Il sindaco ha cioè facoltà di vietare, ai tossicomani ed ai pushers che disturbano la quiete nell’area “di emergenza”, di entrare nelle vicinanze di essa per un periodo che varia da 8 ore a due settimane.

I “caffè”

In Olanda non esistono norme particolari per accertare il possesso o la vendita di meno di 30 grammi di droghe leggere, in quanto azioni di tale tipo sono generalmente tollerate. In numerose città olandesi, tra cui Amsterdam, piccoli quantitativi del genere vengono venduti nei cosiddetti “caffè”. Finché questi obbediscono alle “norme di tolleranza” e non provocano disordini, essi non vengono assoggettati a misure di polizia.

All’uopo sono state divulgate, nel 1987, numerose linee di guida. Note come G-AHOJ Guidelines, esse sono state confermate nel 1994 e stanno a significare: G = divieto di operazioni che coinvolgono grandi quantitativi (oltre quello per uso personale, cioè 30 grammi); A = divieto di pubblicità; H = divieto di droghe pesanti; O = divieto di disturbo della pubblica quiete; J = divieto di vendita a minori di 18 anni.

Qualora i caffè (o altri locali) non si attengano a tali norme, ad esempio smerciando droghe pesanti o lasciando circolare al loro interno armi da fuoco, ovvero turbando la pubblica quiete nel quartiere, il Sindaco può ordinare la chiusura del locale. E questo è quanto avviene regolarmente.

Luglio 1995