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La vecchiaia sta arrivando anche per loro, per i ragazzi che negli anni Settanta sognavano, con la droga, un’impossibile eterna gioventù. Ora hanno qualche acciacco — e un chiodo fisso — in più dei coetanei, ma fino ad oggi non ci sono strutture che si occupino di loro.

La prima residenza sanitaria assistenziale per anziani tossicodipendenti in Italia però sta nascendo adesso: è al confine tra Milano e Sesto San Giovanni, in via Adriano, dove un tempo sorgevano gli stabilimenti della Magneti Marelli.

Sarà pronta a settembre del 2009 e potrà ospitare duecento persone che con l’eroina, la cocaina o l’alcol hanno avuto a che fare per tutta la vita. Per loro non si parla più di recupero. «Possiamo però garantire un miglioramento della qualità di vita negli anni che restano loro da vivere», è la premessa con la quale don Chino Pezzoli, fondatore della comunità "Promozione umana", si appresta ad affrontare questa nuova impresa.

Su un’area di 12.500 metri quadrati si stanno costruendo trenta appartamenti, residenze per famiglie, monolocali, una mensa, un auditorium, una cappella e un centro per malati di Alzheimer.

In questi giorni gli operai della ditta costruttrice, il gruppo Pasini, stanno completando il tetto: quello che manca a molti consumatori cronici di droga, dice don Pezzoli. «L’Rsa sarà una struttura di copertura e contenimento per il cosiddetto "zoccolo duro" delle tossicodipendenze, soggetti a ricadute così continue da non essere in pratica mai usciti dal giro. Non hanno più una casa né affetti, hanno superato i cinquanta-sessant’anni e si ritrovano ormai con il fegato compromesso, annientati dalla depressione e da altre forme di fragilità psichiatrica o nervosa».

Nel centro polifunzionale saranno tenuti lontani dalle droghe – «la nostra ottica non è quella del riduzione del danno», precisa il sacerdote – ma curati, se serve, con farmaci e metadone. Potranno seguire programmi di riabilitazione e avranno a disposizione una palestra, un soggiorno, una sala musica e per la lettura, un bar e un centro conferenze.

Il progetto è stato ideato in modo da garantire privacy e tranquillità ma con l’obiettivo di «scongiurare l’effetto isolamento». Già si candidano a diventare ospiti del centro i trenta over 50 accolti a San Giuliano milanese, dove ha sede la comunità di don Chino che però aggiunge: «Stanno arrivando richieste da tutta l’Italia».

Che in futuro ci saranno sempre più pensionati della droga lo conferma anche Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl, anche lui coinvolto nel progetto di via Adriano.

La Società italiana di psichiatria, inoltre, ha da poco presentato uno studio, condotto dall’università Bicocca, dal quale emerge che sono in aumento i disturbi mentali associati all’abuso di alcol e droghe: su 86mila pazienti, età media 40 anni, il 37 per cento ha disturbi di personalità, il 30 è schizofrenico o paranoico. Solo uno su cinque è autonomo e solo uno su tre può contare sui figli.

E la tossicodipendenza in tarda età sfocia spesso in drammi: due giorni fa, a Milano, una donna di 58 anni è morta gettandosi da un balcone. Su richiesta della figlia, che non crede al suicidio, il pm Stefano Dambruoso ha disposto un’autopsia.