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Domani presso la sala stampa del Senato si svolgerà un incontro sul tema Droghe e diritti umani. Verso la revisione delle strategie Onu sulla droga: la sfida di Vienna 2009. L’evento promosso dall’associazione Forum Droghe, in collaborazione con i senatori radicali del gruppo Pd e con altre associazioni tra cui Antigone, Arci, Cnca Lazio, Cgil nazionale, Dipartimento welfare e diritti, anticipa la Giornata internazionale di contrasto alla droga che cade il 26 giugno. Tale data è stata decisa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987 contro l’abuso ed il traffico di droga, per esprimere la determinazione a rafforzare le azioni, coordinandosi a livello nazionale, regionale e locale, “verso la meta di una società mondiale libera dall’abuso di droga”.

Nel 1998 a New York l’Assemblea Generale dell’Onu ha lanciato un piano decennale che fissava l’obiettivo di “eliminare o almeno significativamente ridurre entro 10 anni” la produzione delle principali sostanze illegali. Dal processo di valutazione del piano decennale, iniziato a marzo 2008 nella sede dell’Onu di Vienna, emerge ormai chiaramente che tale obiettivo non è stato raggiunto e il mercato illegale delle droghe non ha subito contrazioni; risultano invece i danni di un approccio internazionale fortemente centrato sulla repressione delle coltivazioni, del traffico e del consumo anche a scapito di diritti umani fondamentali. Ecco perché domani le organizzazioni impegnate nella riforma della politica della droga e nella difesa dei diritti pongono all’attenzione della Giornata internazionale contro la droga il tema dei diritti umani quale fulcro di nuove strategie sulla droga.

Forum Droghe ricorda in una nota come attualmente ci siano delle politiche antidroga che violano fortemente i diritti umani: la pena di morte, ad esempio, che è applicata da più di 30 paesi per reati di droga, compreso il possesso e che è contraria alla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici; la criminalizzazione degli usi tradizionali di alcune sostanze nelle culture indigene, come la masticazione della foglia di coca praticata in Sud America. Ma ancora sono state elaborate varie strategie politiche centrate sull’eradicazione forzata delle coltivazioni illegali, che provocano costi enormi e l’abbandono dei terreni e, infine, non vi è un’adeguata difesa della salute del consumatore: la criminalizzazione di chi fa uso di droga, spesso ostacola la realizzazione di programmi efficaci di tutela della salute. In molti paesi mancano programmi di scambio siringhe e a molti consumatori di droga viene negato l’accesso alle cure per l’infezione da HIV.

Nell’incontro di domani, dunque, le associazioni illustreranno al governo italiano le priorità da sostenere durante il prossimo meeting Onu. Tra esse ci sono l’imposizione del divieto di pena di morte per reati di droga; la fine dell’eradicazione forzata e l’incremento di programmi alternativi. Infine è prioritario stabilire che la repressione dei reati di droga avvenga nel rispetto delle regole dello stato di diritto e della proporzionalità delle pene e che tutti gli Stati membri riequilibrino le risorse finanziarie dalla legge penale alla tutela della salute. Nel 2006, in Italia, i costi socio-sanitari sono stati di 1 miliardo e 743 milioni di euro, mentre la repressione penale ha assorbito quasi il doppio delle risorse, 2 miliardi e 798 milioni di euro.