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Gli anziani con una storia di consumo occasionale di cannabis hanno prestazioni cognitive superiori a quelle dei non consumatori, secondo i dati longitudinali pubblicati sulla rivista AIDS and Behavior.

I ricercatori affiliati all’Università della California di San Diego hanno valutato l’impatto a lungo termine del consumo di cannabis sulla cognizione in una coorte di 297 adulti anziani con HIV. La coorte era composta da consumatori frequenti di cannabis (coloro che consumavano marijuana più volte alla settimana), consumatori occasionali (coloro che consumavano cannabis una volta alla settimana o meno) e non consumatori. I ricercatori hanno valutato le prestazioni cognitive dei soggetti per un periodo di dieci anni.

Gli autori dello studio hanno stabilito che i soggetti con una storia di consumo occasionale hanno ottenuto i risultati migliori dei tre gruppi. Hanno inoltre riconosciuto che l’uso frequente di cannabis non era associato ad alcun declino delle prestazioni cognitive nel periodo di studio.

Gli autori hanno riferito che: “In una coorte longitudinale e ben caratterizzata di adulti anziani con HIV, abbiamo scoperto che l’uso occasionale di cannabis in età avanzata era associato a una migliore cognizione globale rispetto a nessun uso di cannabis, un risultato potenzialmente importante data la maggiore vulnerabilità di questa popolazione al deterioramento cognitivo. Inoltre, l’uso frequente di cannabis non era correlato a una peggiore cognizione globale nel corso del follow-up dello studio, … suggerendo che l’uso di cannabis nei limiti osservati in questo studio non è un fattore di rischio per il declino precoce in nessun dominio cognitivo”.

Hanno concluso: “A nostra conoscenza, questo studio è il primo a caratterizzare i modelli longitudinali dell’uso attuale di cannabis e le prestazioni cognitive globali nel tempo in una coorte di adulti anziani con HIV. Non abbiamo trovato alcuna prova che l’uso di cannabis influenzi il rischio di declino cognitivo o funzionale. … È necessario un ulteriore lavoro meccanicistico per approfondire questo risultato positivo e capire se i cannabinoidi hanno un potenziale terapeutico nel trattamento della neuroinfiammazione cronicamente elevata e nella riduzione dei problemi cognitivi a valle nelle persone con HIV”.

I dati dei sondaggi indicano che ben un paziente su tre che vive con l’HIV riferisce di consumare cannabis per attenuare il dolore neuropatico, l’ansia, la perdita di appetito, la nausea e altri sintomi. Gli studi hanno dimostrato che la marijuana può alleviare la neuropatia e altri sintomi legati all’HIV senza influire negativamente sulla conta delle cellule T dei pazienti.

[Fonte: NORML]